28 Maggio 2020
23%: il contributo della circular economy alla decarbonizzazione dell’economia globale

Guardando ai diversi materiali, il principale contributo in termini di emissioni è dato dalla produzione di metalli (in primis acciaio, ferro e alluminio), che da sola genera quasi 5 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, seguita dalla produzione di cemento e dei minerali non metallici (4,4 GtCO2eq). A questi settori si aggiunge poi il processo produttivo di plastica e gomma, responsabile di 1,5 GtCO2eq, e la produzione di biomassa e prodotti del legno, che genera quasi un miliardo di tonnellate di CO2eq. Il report contiene anche una analisi dei trend di queste emissioni, cresciute in maniera molto rilevante negli ultimi anni: solamente vent’anni fa le emissioni connesse alla produzione di materiali erano meno della metà del valore più aggiornato e pari a circa il 15% delle emissioni complessive.
Il raggiungimento della neutralità carbonica entro la metà del secolo in corso non sembra, dunque, possibile senza orientare questi processi produttivi alla circular economy. Tuttavia si tratta di industrie produttive ad alta intensità di impiego energetico e di materia prima vergine, per le quali le sole politiche di efficienza energetica e di penetrazione delle fonti rinnovabili non saranno da sole sufficienti. In particolare, secondo l’UNEP, bisognerebbe puntare prioritariamente su: la sostituzione della materia prima vergine con materia da riciclo; l’impiego di minori quantitativi di materiali; una maggiore resistenza e durabilità dei prodotti; un più facile recupero, il riutilizzo e il riciclo dei materiali attraverso l’ecodesign dei prodotti. Il report evidenzia, infine, anche il ruolo centrale nella promozione di un nuovo modello di sharing economy che potrebbe contribuire alla riduzione della domanda di materiali grazie a un uso più intensivo del prodotto (sia esso un mezzo di trasporto o un edificio).


