15 Marzo 2021
Per un‘industria circolare e decarbonizzata
a cura di Edo Ronchi

Lo studio analizza la riduzione di emissioni di gas serra generata da misure di circolarità adottabili entro il 2030, in tre settori rilevanti: gli edifici, la mobilità urbana e l’agroalimentare.
Nella costruzione di edifici nella UE è impiegato il 47% del totale dei materiali consumati: il 33% dell’acciaio, il 20% della plastica, il 25% dell’alluminio e il 65% del cemento. Applicando misure di economia circolare è possibile ottenere una riduzione delle emissioni di gas serra, connesse alla produzione e all’uso di questi quattro materiali nell’edilizia, del 40%. Con quali misure? Prevedendo già nella progettazione dei nuovi edifici la riutilizzabilità e la riciclabilità dei materiali, l’uso di materiali che incorporino minori emissioni (per esempio il legno) e minimizzando scarti e rifiuti.
Con un utilizzo adeguato delle tecnologie digitali per ridurre i rifiuti nelle costruzioni e per facilitare l’eco-design. Aumentando l’utilizzo degli edifici, incentivando fiscalmente l’elevato utilizzo degli spazi costruiti. Supportando la separazione dei materiali durante le demolizioni per favorirne il riutilizzo e il riciclo, facilitando l’impiego delle materie prime seconde e incentivando l’uso di materiali riciclati nelle costruzioni.
Il trasporto su strada rappresenta il 20% delle emissioni di gas serra della UE. La maggior parte di queste emissioni proviene dalle auto che alimentano uno spreco strutturale di risorse: sono, infatti, parcheggiate in media per il 92% del loro tempo di vita, trasportano in media 1,5 persone rispetto ai 5 posti disponibili, richiedono più del 50% dello spazio non costruito delle città per parcheggi e strade.
La prima misura circolare per risparmiare risorse è quella in grado di assicurare le esigenze di mobilità urbana, riducendo il numero di auto: con un sistema di trasporto intermodale basato sulla mobilità pedonale e ciclabile, sul trasporto collettivo, sulla sharing e la mobilità come servizio. Altre misure di circolarità sono inoltre l’estensione della durata, della riparabilità e della riciclabilità di tutti i veicoli e la fissazione di quote obbligatorie di impiego di materiali riciclati nella costruzione dei veicoli.
Si stima che l’allevamento del bestiame e la coltivazione di prodotti per l’alimentazione generino fra il 9 e il 14% delle emissioni totali di gas serra, che le pratiche di utilizzo del suolo generino dal 5/14% delle emissioni di gas serra e che la lavorazione e la distribuzione di alimenti un 5-10%. Più del 20% di tutto il cibo prodotto in Europa, pari a 88 milioni di tonnellate all’anno, finisce nei rifiuti, poco meno della metà perché è cibo scaduto. Meno dell’11% del cibo scartato è recuperato o riciclato.
Utilizzando un modello circolare e rigenerativo di agricoltura, contrastando gli sprechi alimentari e riducendo gli scarti, valorizzando i rifiuti organici generando compost e ammendanti per il suolo, è possibile arrivare a tagliare il 49% delle emissioni di gas serra del settore.
Studi come questo, e i numeri che forniscono, aiutano a capire come le strade per la decarbonizzazione e l’economia circolare siano intrecciate.


