19 Maggio 2022

REPowerEU: contro la crisi energetica l’Europa accelera sulla transizione

Il piano “REPowerEU. A plan to rapidly reduce dependence on Russian fossil fuels and fast forward the green transition” presentato in questi giorni dalla Commissione europea detta una direzione precisa per affrontare la crisi energetica in corso. E lo fa partendo dalla necessità di affrancarsi dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, il Paese da cui più di tutti l’Europa (e anche l’Italia) dipende energeticamente, soprattutto per il gas e per il petrolio.

La linea dettata dalla Commissione è chiara e può essere così sintetizzata: per uscire dalla dipendenza fossile dalla Russia e costruire un sistema energetico più sicuro e resiliente, dobbiamo accelerare subito la transizione energetica. Questa linea si traduce, innanzitutto, in una revisione al rialzo dei target in materia di efficienza energetica e di diffusione delle fonti rinnovabili che la stessa Commissione un anno fa ha proposto di raggiungere entro il 2030 nel pacchetto Fit for 55, attualmente in discussione. E’ anche probabile che la revisione di questi target comporterà un aumento del taglio delle emissioni atteso al 2030, rispetto al -55% (tra il 1990 e il 2030) attualmente in vigore con la Legge europea sul clima.

“Cominceremo con la cosa più ovvia: il risparmio energetico è il modo più rapido ed economico per affrontare la crisi energetica”

La proposta della Commissione in materia di efficienza energetica con il pacchetto Fit for 55 era di aumentare del 9% il target attualmente in vigore: adesso con REPowerEU questo obiettivo di rafforzamento viene alzato fino al 13% e tra le misure proposte c’è quella di raddoppiare l’attuale tasso di crescita delle pompe di calore arrivando in cinque anni a 10 milioni di unità. Secondo la Commissione, l’Europa potrebbe ridurre il suo consumo di gas e di petrolio del 5% fin da subito, con azioni collettive da parte di cittadini e imprese quali: regolare il termostato, ridurre il ricorso all’auto privata, utilizzare gli apparecchi elettronici in modo più efficiente, con impatti immediati anche sul caro bollette. In materia di risparmio energetico, REPower EU fornisce anche alcune prime indicazioni per un piano coordinato di contingentamento dei consumi energetici da parte dell’industria europea, nell’eventualità di un improvviso taglio dell’import di combustibili fossili dalla Russia.

“Ma il compito più grande riguarderà le fonti rinnovabili e i massicci investimenti per accelerare le energie pulite”

Il secondo e più rilevante pilastro di REPowerEU si focalizza su una crescita delle fonti rinnovabili senza precedenti, con numerose proposte di intervento che aumentano i già ambiziosi impegni proposti in materia dal Fit for 55: la forte accelerazione delle procedure autorizzative, incluse quelle per le infrastrutture di rete; l’obbligo di copertura fotovoltaica per i nuovi edifici pubblici e commerciali dal 2025 e per quelli residenziali dal 2029; l’aumento della produzione di biometano fino ad arrivare nel 2030 ad almeno 35 miliardi di metri cubi; nuovi e più sfidanti impegni sul fotovoltaico, con un target 2030 che cresce da 420 a 600 GW di capacità installata (con la previsione di arrivare già nel 2025 a 320 GW, ovvero più che raddoppiando l’attuale potenza in poco più di due anni). Nel Fit for 55 l’obiettivo in discussione è di raggiungere il 40% consumi di energia coperti da fonti rinnovabili entro il 2030, ma REPowerEU rivede al rialzo anche questo target e punta a raggiungere una quota del 45%.

“Andiamo avanti con le piattaforme di acquisto comune per gas, LNG e idrogeno. I 27 Paesi dell’UE, insieme, hanno più peso”

Il terzo pilastro di REPowerEU affronta l’urgenza di diversificare gli approvvigionamenti di combustibili fossili, per sganciarsi quanto prima dalle importazioni russe e soddisfare il fabbisogno europeo di petrolio, gas e carbone da altri fornitori più affidabili. La Commissione ha sottolineato come l’operazione di diversificazione sia portata avanti in stretta unione fra tutti i Paesi membri, poiché si tratta di uno degli aspetti di più complessa gestione sul quale è necessario fare fronte comune. La diversificazione è un ambito di azione di brevissimo periodo che è parte di una più ampia strategia energetica internazionale dell’UE, che affronta anche altri approvvigionamenti in materia di energia quali l’idrogeno, i materiali critici per la transizione e il supporto all’Ucraina per ricostruire un solido sistema energetico.

“Dei circa 300 miliardi di € di investimenti previsti da REPowerEU, il 95% serviranno ad accelerare la transizione”

Quello presentato dalla Commissione è un piano da circa 300 miliardi di euro di investimenti. Di questi, secondo le parole di Ursula von der Leyen, non più di 12 miliardi saranno destinati a nuove infrastrutture per il gas e il petrolio per l’aumento della produzione domestica e la diversificazione degli approvvigionamenti. La parte rimanente, ossia circa 290 miliardi, sarà tutta destinata ad accelerare la transizione energetica.

In queste cifre c’è la chiave per leggere il senso della strategia europea: la guerra in Russia ha solo esacerbato i già noti rischi geopolitici e di mercato di una economia fortemente basata sull’import di combustibili fossili. Per mettersi al sicuro da questi rischi, oltre che da quelli connessi al cambiamento climatico, la transizione energetica appare oggi, più che mai, la scelta più sensata per il nostro futuro. E l’Europa sembra averlo capito.

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