10 Novembre 2024
Europa: leader nella lotta ai cambiamenti climatici
🌐 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘨𝘩𝘵𝘊𝘖𝘗29 è la nostra iniziativa per riportare e analizzare le prospettive e le aspettative derivanti dai lavori attualmente in corso durante questi giorni di COP.
Con il Green Deal, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo ambizioso di guidare il mondo nella lotta ai cambiamenti climatici. Nel quadro internazionale, l’Unione Europa è il quarto emettitore a livello globale (dopo USA, Cina, e India), con 3,2 miliardi di tonnellate di CO2eq nel 2023. Ma sui Paesi dell’Unione persa una forte responsabilità storica: dal 1750 ad oggi ha contribuito al 17% di tutti i gas serra immessi in atmosfera (296 Gt di CO2eq). Lo stile di vita di un cittadino europea contribuisce a più emissioni pro capite (7,3 tonnellate di CO2eq) rispetto alla media mondiale, ma comunque inferiore rispetto ai propri corrispettivi di Stati Uniti e Cina.
Diverse politiche di decarbonizzazione sono già in atto in EU27, favorendo un taglio netto delle emissioni del 31% rispetto ai valori del 1990. Ciononostante, la strada verso la totale transizione energetica è ancora lunga. Infatti, il 70% del fabbisogno energetico è soddisfatto da fonti fossili. L’Unione Europea è il terzo consumatore al mondo di petrolio e gas, e il quarto di carbone.
Cambiare il proprio mix energetico sarà cruciale per raggiungere la neutralità climatica prevista al 2050. Infatti, L’Europa si è posta come obiettivo intermedio al 2030 di coprire il 42,5% del proprio fabbisogno energetico (sia elettricità che calore e trasporti) con fonti rinnovabili e di ridurre del 55% le emissioni di gas serra, rispetto ai valori del 1990. Il Climate Action Tracker ha revisionato le politiche e gli obiettivi dell’Unione, decretandole però insufficienti al raggiungimento dei target dell’Accordo di Parigi.
La spinta alla transizione è evidente in diversi segnali. La sostituzione dalle fonti fossili alle rinnovabili è economicamente favorita, come dimostra un costo di generazione elettrica per eolico e fotovoltaico tra i 50 e i 70 dollari al MWh nel 2023, molto minore rispetto a carbone (290 $/MWh), gas (205 $/MWh), e nucleare (170 $/MWh). Questo ha portato le rinnovabili ad essere la prima fonte di energia elettrica nello stesso anno, coprendo il 45% del fabbisogno e dando occupazione a 1,8 milioni di lavoratori. Le fonti rinnovabili registrano una crescita del 176%, a discapito delle loro controparti fossili in riduzione del 34% e dell’energia nucleare (-28%).
Notevoli anche gli investimenti nelle fonti rinnovabili, pari a 395 miliardi di dollari, seconda solo al colosso cinese. A questi si affiancano altri fondi stanziati tramite i pacchetti di finanziamento NextGenerationEU (più di 250 miliardi per il clima) e 300 miliardi di REPowerEU per tagliare la dipendenza dalle fonti fossili.
La transizione energetica in Unione Europea è in atto, ma la sfida sarà accelerare per non perdere il passo delle altre potenze economiche e per non perdere di competitività sui mercati mondiali.