19 Dicembre 2024
Ghiacciai in fuga: bugia o verità?
Quando si parla di ghiacciai si pensa spesso alle fantastiche vette imbiancate, le vacanze sulla neve, e le piste da sci colme di appassionati. Ma, prima di ogni cosa, possiamo dire che i ghiacciai sono la più grande riserva di acqua dolce esistente al mondo. E dobbiamo preoccuparci in modo prioritario della loro preservazione dato che, come riporta il WMO, nel solo 2023, a causa dei cambiamenti climatici, i ghiacciai hanno perso un equivalente idrico stimato in circa 5 volte la quantità di acqua presente nel Mar Morto. Ma, soprattutto, la continua perdita di massa glaciale è una tendenza oramai consolidata da decenni e, per di più, in rapida accelerazione.
Tutto ciò è estremamente preoccupante soprattutto considerando i possibili rischi a cui andremo incontro se non riuscissimo a tutelare queste distese di ghiaccio. a cominciare dal fatto che, come anticipato, metteremmo a rischio la conservazione di una fondamentale riserva di acqua dolce: come riporta lo studio dell’IPCC “Ocean and Cryosphere in a Changing Climate”, ad oggi il 68-70% dell’acqua dolce globale è immagazzinata sotto forma di ghiaccio e neve, in particolare nelle calotte polari di Antartide e Groenlandia. Parlando di numeri la quantità totale di acqua dolce qui presente è pari approssimativamente a 24 milioni di km³, una quantità enorme che piano piano sta andando persa a causa del riscaldamento globale.
Il secondo pericolo riguarda una accelerazione ulteriore dell’aumento della temperatura globale. I ghiacciai, infatti, sono in realtà delle enormi distese riflettenti, dei grandi specchi che riflettono grandi quantità di radiazioni solari invece che assorbirle, mantenendo così le temperature più basse. In altre parole, mantengono elevata la albedo terrestre, ossia la capacità di riflessione della radiazione luminosa definita come il rapporto tra la radiazione solare incidente e riflessa da una superficie. La riduzione dell’estensione dei ghiacciai nel mondo innesca, quindi, un cosiddetto meccanismo a feedback positivo o auto-rafforzante: più si riducono i ghiacciai più aumenta la temperatura, più aumenta la temperatura e più diminuiscono le superfici ghiacciate.
Ultimo pericolo, ma certamente non per ordine di importanza, riguarda il livello dei mari. Se i ghiacciai dovessero sciogliersi sempre più rapidamente il livello dei mari aumenterebbe drasticamente, causando ingenti danni agli insediamenti e alle infrastrutture costiere e rendendo potenzialmente inabitabili intere isole o porzioni di costa. Ad oggi il tasso di innalzamento a lungo termine del livello del mare è più che raddoppiato dall’inizio della registrazione satellitare, passando da 2,13 mm all’anno tra il 1993 e il 2002 a 4,77 mm all’anno tra il 2014 e il 2023. Ciò, oltre che dallo scioglimento dei ghiacciai è dovuto anche al continuo riscaldamento degli oceani e all’espansione termica della massa di acqua che questo comporta.
Vedendo lo scenario globale odierno, dove i ghiacciai ricoprono solo circa il 10% della superficie terrestre, è curioso pensare come 700 milioni di anni fa gli stessi ricoprissero l’intero planisfero, che aveva una temperatura intorno ai -50° C. Ad oggi l’Antartide è l’area glaciale più grande esistente, seguito poi dall’Artico, dai ghiacciai alpini, e da tutti quei ghiacciai situati sull’Himalaya, nella Nuova Zelanda, in Alaska e in Canada.
Abbiamo capito che i ghiacciai sono anche importanti strumenti di regolazione del clima, cosa succederebbe se il loro scioglimento aumentasse drasticamente…?