Per affrontare la crisi climatica e arrestare il riscaldamento globale dobbiamo prima di ogni cosa ridurre il consumo di combustibili fossili, responsabili di oltre i due terzi delle emissioni mondiali di gas serra. Alla COP28 (ossia la 28° Conferenza delle Parti nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) tenutasi a Dubai nel dicembre del 2023 sono stati compiuti alcuni passi in avanti importanti. In primo luogo, per la prima volta in un documento ufficiale delle COP, è stato messo nero su bianco l’impegno comune nel ridurre l’uso dei combustibili fossili, attraverso la locuzione, non da tutti apprezzata: “transitioning away from fossil fuels”.  Ma, cosa forse ancora più importante, è stato stabilito che entro il 2030 la potenza di generazione elettrica degli impianti alimentati con le fonti rinnovabili dovrà triplicare. Questo vuol dire che in meno di un decennio dovremmo passare dai circa 3.400 GW (milioni di kW) di impianti rinnovabili operativi nel mondo nel 2022, a oltre 11 GW nel 2030. È un obiettivo certamente sfidante ma oggi quanto siamo distanti ancora da questo traguardo?

Secondo i dati di IRENA, l’Agenzia intergovernativa che ha il ruolo di supportare la transizione energetica a livello globale, nel 2022 sono stati installati 300 GW di nuovi impianti rinnovabili, questo numero è salito a oltre 470 nel 2023. Alla fine del 2024, sulla base di una analisi delle stime pubblicate dl think tank internazionale Ember, potremmo aver raggiunto, e magari anche superato, la soglia dei 700 GW di nuovi impianti rinnovabili. Tanto o poco? Per capirlo basta pensare che da soli, questi impianti realizzati nel 2024 una volta a regime produrranno in un anno quasi mille miliardi di kWh di energia elettrica, una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno di un Paese come la Russia, che è il quarto consumatore mondiale di energia elettrica.

Tutto bene quindi? Beh, non proprio. Per centrare l’obiettivo del 2030 le rinnovabili dovrebbero crescere a un ritmo di poco più di mille GW di nuova capacità installata mediamente ogni anno. Quindi nel 2024 ancora non abbiamo raggiunto il ritmo che sarebbe necessario. Ma, considerato il trend registrato negli ultimi anni, questo valore potrebbe non essere in realtà così lontano e il traguardo fissato a Dubai nel 2023 potrebbe forse alla nostra portata più di quanto molti di noi potrebbero pensare. Ma l’importante è continuare a promuovere la crescita di queste tecnologie che sono alla base di qualsiasi strategia credibile di decarbonizzazione e di contrasto alla crisi climatica.