3 Aprile 2023
Auto elettrica è meglio, ma per la mobilità green servono trasporto pubblico e bici
DI ANDREA BARBABELLA, PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE SU HUFFPOST

Al momento, la tecnologia più promettente per rispettare questo impegno sembra essere l’auto elettrica, pur con tutti i suoi limiti e aspetti ancora irrisolti. E, anche al di là di direttive e regolamenti europei, il settore industriale dell’automotive sembrerebbe aver già fatto la sua scelta, se è vero che quasi tutti i principali gruppi automobilistici europei, e non solo, si sono dati obiettivi di piena elettrificazione della gamma anche prima del 2035.
A questo punto sarebbe utile promuovere in questo Paese un dibattito su come accompagnare al meglio questa transizione, su quali politiche industriali, fiscali e occupazionali mettere in campo per limitare le perdite e massimizzare i guadagni, non solo economici ma anche sociali (ad esempio, dando una risposta seria ai timori di possibili ricadute negative, in termini di sperequazione e aumento delle disuguaglianze, che anche oggi sono alla base di molte proteste di carattere “antiambientalista”). Invece si sta facendo altro, e forse non è un caso che, per la prima volta nella pur breve storia dell’auto elettrica moderna, nel 2022 l’Italia è stato l’unico Paese in Europa con un trend negativo di vendite, -27%, e meno di 50 mila veicoli, un quarto della Francia e quasi un decimo della Germania.
Detto tutto questo, rimane il fatto che in questa diatriba sull’auto elettrica, gli e-fuels e i biocombustibili rischiamo tutti di cadere vittima di una accecante miopia. Che ci nasconde la prima cosa a cui dovremmo guardare quando parliamo di emissioni e insostenibilità di un settore come quello dei trasporti: a come diminuire il numero di automobili in circolazione mantenendo, anzi semmai migliorando, la nostra libertà di movimento. E questa miopia è ancora più grave se colpisce un Paese che oggi, con 40 milioni di veicoli circolanti, è tra quelli con il più alto numero di automobili pro capite al mondo, quasi 700 ogni mille abitanti, una media di 1,6 a famiglia.
Politiche e strumenti in favore della ciclo-pedonalità, della mobilità pubblica e condivisa, della riconversione degli spazi urbani da luoghi dedicati alla circolazione delle automobili a quella delle persone, sono del tutto assenti dal dibattito nazionale. E in realtà non sembrano essere neppure troppo al centro dei pensieri del legislatore europeo. Rimane il dubbio se sia più utile, e anche conveniente, investire di più su queste politiche o sull’auto elettrica. Certamente, tra gli investimenti in tecnologie pulite, quelli sull’auto elettrica sono quelli che sono cresciuti di più negli ultimi anni: nel 2022 avrebbero superato, secondo le ultime stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, i 90 miliardi di dollari quasi raddoppiando rispetto all’anno precedente e più che triplicando rispetto a due anni prima.
Ho cercato anche i dati sugli investimenti mondiali dedicati al trasporto pubblico, alla mobilità dolce, alla pianificazione sostenibile delle aree urbane. Sarebbe stato interessante poter fare un confronto. Peccato non averli trovati.


