24 Luglio 2020
BEI, per le imprese i costi energetici sono una barriera, ma gli investimenti non decollano
L’efficienza energetica deve rimanere una priorità di investimento per le imprese europee, per perseguire gli obiettivi climatici e migliorare la competitività e la sicurezza energetica dell’Unione Europea.
È quanto analizzato in un recente focus della Banca Europea degli Investimenti, Going Green – Who invests in energy efficiency, and why it matters, che, tuttavia avverte che la forte crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19, in aggiunta alla riduzione dei prezzi delle commodity energetiche rischia di indebolire lo stimolo per le imprese ad investire nelle tecnologie per il risparmio energetico, pertanto un ruolo fondamentale sarà giocato da un quadro regolatorio chiaro e di supporto da parte delle istituzioni europee.
Il focus della BEI si è svolto nell’ambito delle indagini EIBIS (European Investement Bank Investment Surveys), che ha intervistato circa 12 mila imprese europee di varie dimensioni e settori in tutti i Paesi membri, per valutare ostacoli ed opportunità di investimento nell’efficienza energetica.
Una prima questione che emerge dall’indagine riguarda i costi energetici, che costituiscono una preoccupazione crescente per le attività di investimento delle aziende europee, specialmente quelle del Sud Europa, nonché una delle principali barriere agli investimenti di lungo periodo percepite dalle imprese. Questo dovrebbe spingerle investire nell’efficienza energetica, riducendo i consumi energetici per unità di prodotto, tuttavia, i dati EIBIS mostrano che solo la metà delle aziende europee investe in misure di efficienza energetica e che tali investimenti ricoprono in media in UE solo il 10% circa del totale degli investimenti aziendali.
In Italia, la performance è leggermente inferiore a quella europea: solo il 40% delle imprese intervistate ha investito in interventi di risparmio energetico nel 2019, ma la buona notizia è che rispetto al 2018 la quota di investimenti per l’efficienza energetica ha registrato un aumento, soprattutto nel settore delle infrastrutture e in quello dei servizi. Per quanto riguarda la quota di investimenti in efficienza energetica, l’Italia si conferma in linea con la media europea del 10%, ma il dato scende all’8% per le sole PMI (inferiore alla media UE) e arriva al 12% per le grandi aziende (superiore alla media UE). L’indagine tuttavia non fornisce indicazioni circa la tipologia di intervento e l’efficacia in termini di risparmio energetico degli investimenti.
Un altro aspetto chiave evidenziato dalla BEI riguarda la corrispondenza fra l’impiego di sistemi avanzati di monitoraggio e gestione dei consumi energetici e la propensione ad investire nell’efficienza energetica. Infatti in Italia, in linea con la media europea, le imprese che non effettuano audit energetici ma investono in ottica di risparmio energetico sono solo il 34% del totale, mentre questa percentuale quasi raddoppia (63%) nel caso di imprese che hanno effettuato un audit energetico negli ultimi 3 anni. Purtroppo però, la media italiana delle imprese che si sottopongono ad audit energetico si attesta intorno al 35% nel 2019 (contro il 43% di media europea) e la quota risulta in calo per tutti i settori se confrontata con il dato 2017.