2 Luglio 2024

Benchmark dei 27 dell’UE: le performance dell’Italia settore per settore

Dopo aver analizzato le performance dell’Italia a confronto con gli altri Stati membri dell’Unione sui quattro pilastri di una strategia d’azione climatica (emissioni, efficienza, rinnovabili e vulnerabilità), entriamo adesso nel dettaglio dei singoli settori – industria, agricoltura, trasporti ed edifici – e vediamo questa volta come si comporta il nostro Paese.  

Industria  

Quello dell’industria in senso lato (vi rientra tutta la manifattura, le costruzioni etc.) è un settore in cui l’Italia fa generalmente meglio di altri competitor europei: abbiamo consumi di energia in rapporto al valore aggiunto generato più bassi della media (69 tep per milione di euro contro la media UE di 79) e in linea con quelli della Germania, tra il 2000 e il 2021 abbiamo conseguito un risparmio energetico anche in questo caso migliore della media europea (26% contro la media del 21%) e abbiamo raggiunto uno dei più elevati tassi di elettrificazione in assoluto (quasi il 40% dei consumi di energia del settore sono soddisfatti da energia elettrica).  

Agricoltura  

Si tratta del settore dove l’Italia va decisamente meglio, segno che anche in termini climatici l’agricoltura di qualità paga. L’agricoltura italiana presenta i livelli di emissione di gas serra in rapporto al valore aggiunto più bassi in assoluto seconda (0,96 tCO2 per milione di euro contro una media europea di 1,9, seconda solo a Malta ovviamente non paragonabile), ha poco più di 100 capi di bovini ogni mille abitanti a fronte di una media europea di 165 e raggiunge il record tra le grandi economie europee di superficie agricola biologica (17% contro una media del 10%).  

Trasporti  

Si tratta decisamente di un settore più critico. Nonostante le emissioni del settore siano tutto sommato in linea con la media europea e non troppo diverse da quelle delle grandi economie (1,85 tCO2eq per abitante contro una media di 1,80), l’Italia presenta uno dei più elevati tassi di motorizzazione dell’Unione (681 automobili ogni mille abitanti, fanno peggio solo Lussemburgo e Polonia) e bassissimi livelli di penetrazione dell’auto elettrica (nel 2023 erano elettriche appena il 4,2% delle automobili vendute contro una media europea del 14,6% e quasi il 20% della Germania).  

Edifici 

Altro settore molto difficile per l’Italia, che presenta consumi energetici delle abitazioni a parità di condizioni climatiche tra i peggiori in assoluto nell’Unione (1,8 tep per abitazione contro una media di 1,3, tutte le altre grandi economie europee fanno meglio di noi) e tra il 2000 e il 2021 ha conseguito un risparmio di appena il 14%, meno della metà della media europea e valore che la pone al quart’ultimo posto della classifica a 27, ancora una volta facendo molto peggio di Germania, Francia, Spagna e anche la Polonia. 

Per conoscere il dettagli di tutte le classifiche, anche per altri indicatori, sfoglia lo special report “Europa, un voto per il clima” di Italy for Climate.  

Dopo aver analizzato le performance dell’Italia a confronto con gli altri Stati membri dell’Unione sui quattro pilastri di una strategia d’azione climatica (emissioni, efficienza, rinnovabili e vulnerabilità), entriamo adesso nel dettaglio dei singoli settori – industria, agricoltura, trasporti ed edifici – e vediamo questa volta come si comporta il nostro Paese.  

Industria  

Quello dell’industria in senso lato (vi rientra tutta la manifattura, le costruzioni etc.) è un settore in cui l’Italia fa generalmente meglio di altri competitor europei: abbiamo consumi di energia in rapporto al valore aggiunto generato più bassi della media (69 tep per milione di euro contro la media UE di 79) e in linea con quelli della Germania, tra il 2000 e il 2021 abbiamo conseguito un risparmio energetico anche in questo caso migliore della media europea (26% contro la media del 21%) e abbiamo raggiunto uno dei più elevati tassi di elettrificazione in assoluto (quasi il 40% dei consumi di energia del settore sono soddisfatti da energia elettrica).  

Agricoltura  

Si tratta del settore dove l’Italia va decisamente meglio, segno che anche in termini climatici l’agricoltura di qualità paga. L’agricoltura italiana presenta i livelli di emissione di gas serra in rapporto al valore aggiunto più bassi in assoluto seconda (0,96 tCO2 per milione di euro contro una media europea di 1,9, seconda solo a Malta ovviamente non paragonabile), ha poco più di 100 capi di bovini ogni mille abitanti a fronte di una media europea di 165 e raggiunge il record tra le grandi economie europee di superficie agricola biologica (17% contro una media del 10%).  

Trasporti  

Si tratta decisamente di un settore più critico. Nonostante le emissioni del settore siano tutto sommato in linea con la media europea e non troppo diverse da quelle delle grandi economie (1,85 tCO2eq per abitante contro una media di 1,80), l’Italia presenta uno dei più elevati tassi di motorizzazione dell’Unione (681 automobili ogni mille abitanti, fanno peggio solo Lussemburgo e Polonia) e bassissimi livelli di penetrazione dell’auto elettrica (nel 2023 erano elettriche appena il 4,2% delle automobili vendute contro una media europea del 14,6% e quasi il 20% della Germania).  

Edifici 

Altro settore molto difficile per l’Italia, che presenta consumi energetici delle abitazioni a parità di condizioni climatiche tra i peggiori in assoluto nell’Unione (1,8 tep per abitazione contro una media di 1,3, tutte le altre grandi economie europee fanno meglio di noi) e tra il 2000 e il 2021 ha conseguito un risparmio di appena il 14%, meno della metà della media europea e valore che la pone al quart’ultimo posto della classifica a 27, ancora una volta facendo molto peggio di Germania, Francia, Spagna e anche la Polonia. 

Per conoscere il dettagli di tutte le classifiche, anche per altri indicatori, sfoglia lo special report “Europa, un voto per il clima” di Italy for Climate.  

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