17 Luglio 2025
Gli ostacoli per la transizione secondo le imprese familiari
Lo scorso 11 luglio siamo stati a Sassoferrato, nelle Marche, per dialogare con le imprese del territorio in merito alle sfide ambientali che le imprese si trovano ad affrontare e agli ostacoli che impediscono una transizione energetica più rapida ed efficace. La regione Marche vanta un tessuto imprenditoriale importante e anche particolarmente avanzato dal punto di vista della decarbonizzazione: secondo i dati di CIRO, il database sul clima delle regioni italiane, l’industria marchigiana è già molto elettrificata e, in rapporto al valore aggiunto, sia le emissioni di gas serra che consumi di energia fra i più bassi d’Italia.
Eppure anche nelle Marche, come in molti territori, gli impatti climatici sono già evidenti: ad esempio, l’alluvione del 2022 che interessò le province di Ancona e Pesaro Urbino oppure il forte aumento di notti tropicali che non hanno risparmiato nemmeno la città di Ancona, mentre i giorni freddi sono ormai quasi scomparsi negli ultimi anni. La transizione è senza dubbio una sfida complessa ma rappresenta, soprattutto, un’opportunità di sviluppo economico e sociale per il territorio e per le sue imprese.
L’evento, organizzato nell’ambito del “Grand Tour” nelle Marche organizzato da AIDAF (Associazione delle imprese familiari italiane) e ospitato presso la sede di DIASEN, ha visto la partecipazione di Andrea Barbabella (Responsabile Scientifico di Italy for Climate) e Giovanna Gregori (Executive Director di AIDAF), insieme ad un gruppo di imprenditori e imprenditrici locali e nazionali. L’incontro era aperto anche ai NextGen, le nuove generazioni che avranno il compito di guidare il futuro delle oltre 15.000 imprese familiari presenti in Italia.
L’obiettivo dell’incontro era duplice: da un lato, sensibilizzare le aziende rispetto allo scenario climatico attuale e, dall’altro, indagare le principali barriere che ostacolano la transizione, tanto nelle imprese quanto nella società in generale. Dal dibattito sono emerse alcune cause condivise: una scarsa consapevolezza tra la popolazione; la percezione che la crisi climatica sia una sfida troppo grande per essere affrontata dal singolo o dalla singola azienda; il bisogno urgente di un cambio sistemico. Le criticità osservate riflettono quanto emerso da una ricerca condotta di Italy for climate in collaborazione con AIDAF volta ad identificare gli ostacoli alla transizione nelle imprese italiane. Tuttavia, nessuno tra i partecipanti ha menzionato la disinformazione climatica come uno tra gli ostacoli, nonostante sia il primo rischio percepito nel breve termine dagli imprenditori a livello globale, secondo il Global Risk Report 2025 del World Economic Forum.
Proprio per contrastare la disinformazione, da anni portiamo avanti iniziative come “ABC Clima”, pensata per diffondere alcuni concetti chiave sul clima, e “Falsi Miti sulle Rinnovabili”, un progetto che punta a sfatare cinque tra i pregiudizi più comuni sulle rinnovabili. Il falso mito più radicato, secondo i presenti, è che le energie rinnovabili “rovinino il paesaggio”. Eppure, il “non agire” esporrebbe il nostro paesaggio ad un destino di eventi estremi sempre più frequenti, inquinamento e inabitabilità del territorio per l’aggravarsi della crisi climatica. Abbracciare le rinnovabili significa pensare e volere un futuro migliore.