31 Maggio 2025
Italia, tempo di pagelle Ue sugli obiettivi climatici: lo studente è intelligente ma non si applica
DI ANDREA BARBABELLA, PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE SU HUFF POST
Negli ultimi giorni sulla stampa è circolata la notizia che la Commissione europea avrebbe promosso gli Stati Membri perché, almeno a livello di UE27, sembreremmo essere in linea con gli (ambiziosi) obiettivi climatici del 2030, a cominciare dal taglio delle emissioni di gas serra: secondo l’analisi della Commissione, infatti, tra appena cinque anni dovremmo arrivare conseguire una riduzione delle emissioni del 54% di riduzione, appena un punto percentuale inferiore dal target indicato dalla Climate Law. Quindi tutto a posto? Stiamo davvero marciando col giusto ritmo? In realtà siamo di nuovo di fronte all’ennesimo caso di misinformazione climatica: cerchiamo di capire perché.
La valutazione [1] della Commissione, infatti, non riguarda quello che gli Stati membri stanno effettivamente facendo, ossia quante rinnovabili, quanta efficienza e quanti progressi in termini di decarbonizzazione delle proprie economie. La Commissione ha semplicemente analizzato i Piani Nazionali Integrati su Energia e Clima (PNIEC) per verificarne la congruenza con gli obiettivi comunitari. Ovviamente la cosa a mezzo stampa è passata per lo più come “L’Unione europea e gli stati membri sono on track verso il raggiungimento degli obiettivi climatici”, mentre sarebbe dovuta più correttamente suonare come “Le promesse contenute nei piani di decarbonizzazione dei Governi sono (finalmente) in linea con gli obiettivi della Legge sul Clima europea”. Beh, c’è una bella differenza non trovate? Più o meno come quella che esiste nel passare dalle parole ai fatti. Vediamo come si traduce questa differenza nello specifico caso dell’Italia.
Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, tenendo conto delle diverse ripartizioni degli sforzi tra i diversi Paesi, che in qualche modo avvantaggia l’Italia con un obiettivo meno ambizioso della media, il nostro Paese dovrebbe comunque tagliarle (al netto degli assorbimenti) dalle 522 milioni di tonnellate del 1990 a circa 290 milioni di tonnellate nel 2030. Stando alla valutazione della Commissione su quanto contenuto nel PNIEC italiano presentato a giugno del 2024, l’Italia dovrebbe arrivare molto vicina a conseguire in pieno questo target. Eppure, la realtà sembrerebbe essere un po’ diversa. Secondo la prima stima [2] di Italy for Climate per il dato 2024, risultato coerente con quanto successivamente stimato da Ispra, l’Agenzia ambientale nazionale, le emissioni nazionali si sarebbero attestate a circa 375 milioni di tonnellate di gas serra. Questo vuol dire che, a partire dal 1990, ossia in oltre un trentennio, le abbiamo ridotte di meno del 28%. E, quindi, dal 2024 al 2030 sarebbe necessario un taglio di oltre il 20%. Detto in altri termini, dovremmo ridurre in media ogni anno le nostre emissioni di quasi 15 milioni di tonnellate. Un taglio del genere lo abbiamo conseguito nel 2009, anno della crisi finanziaria, nel 2020, anno del Covid, ma anche nel 2023, dato che ci aveva fatto inizialmente ben sperare ma che era influenzato, tra le altre cose, dall’improvviso aumento dell’uso del carbone che aveva caratterizzato l’anno precedente, quello della crisi del gas Russo. Nel 2024 le emissioni di gas serra in Italia si sono ridotte di meno di 10 milioni di tonnellate. E se guardiamo alla media dell’ultimo decennio, incluso l’impatto del Covid, siamo tra 5 e 6 milioni di tonnellate in meno all’anno. Non sembrerebbe proprio un bel viaggiare.
Ma oltre alle emissioni, la Commissione analizza anche altri obiettivi, come quello sulle fonti rinnovabili. E anche in questo caso la valutazione del PNIEC italiano risulta molto positiva: nel 2030, infatti, stando al documento del Governo l’Italia arriverebbe addirittura a superare il l’obiettivo del 39% di tutti i consumi energetici (elettrici, termici e per i trasporti) coperti da fonti rinnovabili. Nel 2023 le ultime stime disponibili indicano per l’Italia un valore del 19,6%. In tre anni questo dato è cresciuto di meno di un punto percentuale. Per raggiungere il target bisognerebbe andare circa quattro volte più veloci. Nel 2024 le rinnovabili elettriche [3], che rappresentano il vero traino di questo comparto, hanno conosciuto una bella crescita, con circa 7,5 GW di nuova potenza installata nel nostro Paese. Certamente un dato incoraggiante, anche se ancora molto inferiore a quanto fatto ad esempio da Germania e Spagna. Tuttavia, i primi 4 mesi del 2025 non ci raccontano una bella notizia: secondo i dati di Terna [4], nel primo quadrimestre del nuovo anno le nuove installazioni sono diminuite (del 12%) invece di crescere e la produzione di elettricità rinnovabile si è ridotta rispetto ai primi quattro mesi del 2024.
Insomma, almeno per l’Italia sembrerebbe proprio che passare dalle parole ai fatti non sia uno scherzo.
[1] EU closing in on the 2030 climate and energy targets, according to national plans
[2] In Italia calo modesto delle emissioni di gas serra nel 2024 – Italy for Climate
[3] Nel 2024 crescono le rinnovabili e producono il 49% di tutta l’elettricità
[4] https://download.terna.it/terna/Rapporto_mensile_aprile_25_8dd993d36a5d8e1.pdf