30 Settembre 2020
La Cina si impegna a diventare Paese a emissioni zero entro il 2060
La Cina si impegna a raggiungere la neutralità carbonica prima del 2060 e il picco delle emissioni di gas serra nel prossimo decennio. Lo ha annunciato il Presidente cinese Xi Jinping in occasione della 75esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Diventare Paese a emissioni zero, cioè raggiungere la neutralità carbonica, significa trovare un equilibrio netto pari a zero tra emissioni e assorbimenti di anidride carbonica. La Cina si impegna a raggiungere l’obiettivo entro il 2060 nonostante non abbia ancora toccato il picco di emissioni (il momento in cui le emissioni smetteranno di crescere), che il Presidente cinese ha annunciato di voler raggiungere entro il 2030.
La dichiarazione di Xi Jinping è stata accolta positivamente, seppure con un po’ sorpresa, considerando che la Cina è oggi di gran lunga il primo Paese per emissioni di gas serra: nel 2019 ha emesso circa 11,5 miliardi di tonnellate di CO2 fossile, quasi il doppio degli Stati Uniti, secondo Paese per quantità di emissioni con 5,1 miliardi di tonnellate. L’Europa, che nel 2019 ha prodotto quasi un quarto delle emissioni fossili cinesi, è stato il primo continente ad aver annunciato un impegno di neutralità carbonica, fissata entro il 2050, dunque una prospettiva di neutralità carbonica per la Cina solo 10 anni dopo, considerati gli attuali livelli di emissioni, appare senz’altro sfidante.
A Xi Jinping è stato comunque chiesto di raggiungere il picco nel 2025 quindi 5 anni prima dell’obiettivo fissato. L’annuncio del presidente cinese è stato apprezzato dalla maggior parte della comunità scientifica, tuttavia non mancano i maliziosi che hanno ipotizzato si potesse trattare di un’occasione per rafforzare l’influenza della Cina sulla questione climatica, notoriamente ignorata da Trump, e una frecciatina a quest’ultimo poiché, nel suo discorso, Xi Jinping ha anche aggiunto: “Chiediamo a tutti i Paesi di perseguire uno sviluppo innovativo, coordinato, verde e aperto a tutti, per cogliere le opportunità storiche presentate dal nuovo ciclo di rivoluzione scientifica e tecnologica e trasformazione industriale”.
Con il tempo che stringe la morsa sulla salute del nostro pianeta, un punto di non ritorno non sembra molto lontano e il 2060 sarà probabilmente troppo tardi. Il fatto, però, che si sia parlato del problema e che un Paese grande emettitore come la Cina si sia data una scadenza, fa comunque ben sperare e pensare che la direzione intrapresa sia quella giusta.