16 Maggio 2023
Le emissioni di gas serra in Italia ancora non si riducono
Nel 2022, secondo le stime preliminari di Ispra, le emissioni di gas serra in Italia si sono attestate a circa 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, un valore praticamente uguale al 2021 e solo di poco inferiore al 2019.
In pratica, al netto degli effetti temporanei della pandemia, l’Italia negli ultimi anni non è riuscita più a ridurre le sue emissioni. Dal 2014 ad oggi abbiamo tagliato circa 2 milioni di tonnellate di gas serra in media ogni anno, un tasso decisamente troppo lento alla luce degli impegni che abbiamo assunto con l’Accordo di Parigi: se continuiamo di questo passo raggiungeremo laneutralità climatica fra 200 anni (nel 2220!).
In rapporto alla popolazione e all’economia, l’Italia presenta ancora oggi una performance sulle emissioni di gas serra tutto sommato positiva rispetto agli altri partner europei, ma siccome abbiamo rallentato il nostro percorso di decarbonizzazione molto più degli altri Paesi stiamo perdendo velocemente il nostro primato. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, in termini di emissioni pro capite, l’Italia si attesta a 7,1 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, al di sotto della media europea (7,8) ma ben superiori a Francia e Spagna. Anche in termini di intensità carbonica dell’economia (cioè di emissioni prodotte in rapporto al Pil nazionale) l’Italia si trova al di sotto della media europea ma ben al di sopra di Francia e Germania. Come emerge dal Report i 10 key trend sul clima, le emissioni di gas serra nel 2022 non si sono ridotte nonostante il calo dei consumi di energia. Questo è avvenuto per una serie di fattori e in particolare perché abbiamo peggiorato il mix energetico: sono cresciuti i consumi di carbone (a cui siamo ricorsi per sostituire il taglio dei consumi di gas russo) e si sono ridotti i consumi da rinnovabili, principalmente a causa del crollo dell’idroelettrico. Sebbene si tratti in entrambi i casi auspicabilmente di fattori contingentali, i trend del 2022 costituiscono un altro anno perso nel già complesso percorso di decarbonizzazione del nostro Paese, soprattutto perché è accaduto proprio nell’anno della più grave crisi energetica dei combustibili fossili degli ultimi decenni.
Per invertire questa rotta e riallinearci all’obiettivo della neutralità climatica entro la metà del secolo, dobbiamo tornare a ridurre rapidamente e significativamente le emissioni e moltiplicare per 10 la velocità con cui le abbiamo tagliate negli ultimi anni: da 2 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno a oltre 20 milioni di tonnellate da qui al 2030. Potremo farlo solo con il contributo di tutti i settori dell’economia: dall’industria ai trasporti, dall’agricoltura alle nostre abitazioni.