12 Febbraio 2020

L’impegno delle economie avanzate nelle energie pulite dà i suoi frutti: nel 2019 stabili le emissioni di CO2

Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), nel 2019 le emissioni mondiali di CO2 del comparto energetico sono rimaste ferme ai valori del 2018, pari a circa 33 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2). Era già accaduto nel triennio 2014-2016 (in cui si era rimasti fermi a 32 GtCO2 circa), ma i due anni successivi avevano fatto segnare nuovi aumenti, smentendo chi pensava che il picco delle emissioni fosse stato raggiunto.

Il merito è da attribuire in primo luogo al calo significativo delle emissioni di CO2 del settore elettrico delle economie avanzate, principalmente grazie alla crescita delle fonti rinnovabili (in primis eolico e fotovoltaico), e allo shift da carbone a gas naturale. Le emissioni del settore elettrico globale sono diminuite di circa 170 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2), -1,2% rispetto al 2018, le cui maggiori riduzioni sono appunto state registrate nelle economie avanzate, dove le emissioni di CO2 hanno raggiunto i livelli della fine degli anni ’80 (quando la domanda di elettricità era inferiore di un terzo). Tale andamento sembrerebbe indicare una graduale transizione del settore verso l’energia pulita, ma questa ipotesi andrà verificata nei prossimi anni. La crescita delle energie rinnovabili nella generazione di elettricità ha prodotto, in particolare, risparmi pari a 130 MtCO2 nel 2019. Il passaggio da carbone a gas per la produzione di energia elettrica ha evitato ulteriori 100 MtCO2 nelle economie avanzate ed è stato particolarmente forte negli Stati Uniti a causa dei bassi prezzi del gas naturale. Sul dato del 2019 hanno inciso anche gli effetti del cambiamento climatico: la IEA stima che il clima più mite in molte grandi economie abbia ridotto le emissioni di circa 150 MtCO2 rispetto al 2018.

Il risultato del 2019 è figlio di due trend geograficamente distinti: la riduzione delle emissioni nelle economie avanzate e la crescita delle stesse nel resto del mondo, in particolare nelle economie asiatiche. Nel 2019 le emissioni al di fuori delle economie avanzate sono cresciute di nuovo di circa 400 MtCO2, con quasi l’80% dell’incremento proveniente dall’Asia, dove il carbone rappresenta oltre il 50% del consumo di energia ed è responsabile di circa 10 miliardi di tonnellate di CO2. In Cina le emissioni hanno continuato ad aumentare ma sono state moderate da una crescita economica più lenta e da una maggiore produzione da fonti di elettricità a basse emissioni di carbonio. Per quanto riguarda l’India, la crescita delle emissioni è stata minore rispetto agli anni scorsi, con le emissioni di CO2 del settore energetico in leggero calo grazie a una domanda di elettricità stabile e a una crescita significativa delle fonti rinnovabili, che insieme hanno portando la generazione di elettricità a carbone a ridursi per la prima volta dal 1973. Ciò che ha fatto la differenza nel 2019 è che diversamente dagli anni precedenti, questi aumenti sono stati compensati dal calo delle emissioni registrato in Europa, USA e Giappone, rispettivamente di 170 (-5%), di 140 (-2,9%) e di oltre 40 (-4,3%) milioni di tonnellate di CO2.

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