28 Gennaio 2020
Nel 2018 calano le rinnovabili in Italia e il target al 2030 è sempre più lontano
Eurostat ha da poco pubblicato i dati relativi alla quota di fabbisogno energetico soddisfatto dalle fonti rinnovabili registrata nel 2018, secondo la contabilizzazione prevista dalla Direttiva sulle fonti rinnovabili. Complessivamente, i 28 Paesi dell’UE hanno raggiunto una quota rinnovabili del 18% in crescita di mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente. Fra le grandi economie l’Italia è quella con la percentuale di consumi coperti da rinnovabili più alta – il 17,8% contro il 16,6% della Francia, il 16,4% della Germania e l’11% del Regno Unito – ed è anche l’unica ad aver già da alcuni anni raggiunto il target previsto per il 2020.
Tutto bene, dunque? Purtroppo non è esattamente così: a fronte di queste performance, infatti, l’Italia risulta essere anche l’unico big europeo ad aver ridotto la sua quota di rinnovabili nell’ultimo anno (era 18,3% nel 2017). E non si tratta di un dato episodico, anzi se guardiamo agli ultimi anni ci accorgiamo che si tratta di una tendenza consolidata. L’Italia dal 2015 ha infatti visto crescere i propri consumi energetici da fonti rinnovabili appena dello 0,3%, a fronte dell’1,3% di media europea, dell’1,5% circa di Francia e Germania e del 2,6% del Regno Unito. Con questo passo l’Italia nel 2030 non raggiungerà mai né il target del 30% di quota rinnovabili previsto dal Piano Nazionale energia e clima né il 35% che sarebbe necessario per una Roadmap climatica coerente con gli obiettivi di Parigi.