14 Novembre 2021
Si chiude la COP26: impegni ancora insufficienti e obiettivo 1,5°C rimandato al 2022
Il mandato della precedente COP25 di Madrid era di arrivare a Glasgow con gli impegni volontari dei singoli Stati (i c.d. NDC) aggiornati e in linea con i nuovi obiettivi climatici. Il Glasgow Climate Pact, approvato ieri sera da più di 190 Paesi, ha messo nero su bianco per la prima volta l’obiettivo di un taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010 da raggiungere entro il 2030 per fermare il riscaldamento globale a 1,5°C. Ma i nuovi NDC presentati dai Governi di tutto il mondo si sono rivelati del tutto inadeguati, non raggiungendo il risultato indicato a Madrid; come riportato dallo stesso documento, con le misure previste dai Governi anziché diminuire tra il 2010 e il 2030 le emissioni crescerebbero del 13,7%. Su questo dato ha pesato certamente l’atteggiamento della Cina, di gran lunga il primo Paese emettitore al mondo, che non ha voluto sottoscrivere tagli alle proprie emissioni prima del 2030.
A questo punto la COP passa di nuovo mano, e il mandato di Madrid passato per Glasgow arriverà il prossimo anno a Sharm El-Sheikh dove si terrà la COP27. Il testo finale dell’accordo di Glasgow infatti anticipa la revisione degli NDC con una nuova deadline a fine 2022 chiedendo ancora una volta agli Stati che sono ancora in ritardo di adeguare i propri impegni.
“E’ un gap pesante quello che abbiamo di fronte e richiede che ogni Paese faccia con cura i suoi conti – spiega Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e promotore di Italy for Climate. “Questo è il decennio chiave, non c’è più un giorno da perdere e l’accelerazione non è una scelta ma è imposta dalla dinamica della crisi climatica. L’Italia ha ridotto le emissioni di poco più del 20% tra il 1990 dopo il calo delle emissioni dovuto alla pandemia nel 2021 sono già tornate a crescere del 6%. Da qui al 2030, in nove anni, ci aspetta un taglio decisamente superiore. Per questo il 2 dicembre come Italy for Climate abbiamo convocato la Conferenza nazionale sul clima e chiediamo che sia varata anche in Italia una Legge per la protezione del clima che renda legalmente vincolanti i nuovi target al 2030 e il raggiungemento della neutralità climatica non oltre il 2050”.
L’inserimento nel testo dei passaggi relativi alla progressiva riduzione dei sussidi ai combustibili fossili inefficienti e allo stop al finanziamento al carbone senza cattura di CO2, senza date e senza sanzioni non possono essere considerati soddisfacenti. La vera buona notizia a chiusura della Cop26 è che il sistema di alleanze attorno al progetto di tutela dell’atmosfera sta crescendo; a Glasgow per la prima volta associazioni, enti locali, Regioni e imprese hanno avuto un ruolo da protagonisti. È la campagna “Race to Zero-Race to Resilience” lanciata dalle Nazioni Unite per dare voce agli attori non istituzionali del cambiamento che lancia un messaggio importante: la sfida per il clima non passa più solo per i Governi e i trattati internazionali e l’economia reale si sta attrezzando.
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