2 Dicembre 2020
Tassonomia, aperta consultazione pubblica sui criteri per gli investimenti favorevoli al clima
Una prima bozza di criteri tecnici per l’applicazione della tassonomia è stata resa nota la scorsa settimana dalla Commissione europea, che ha avviato una consultazione pubblica di quattro settimane. Il documento in consultazione riguarda in particolare i criteri relativi alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
I criteri tecnici sono contenuti in atti delegati richiesti alla Commissione, che fanno seguito alla pubblicazione del Regolamento europeo sulla Tassonomia, entrato in vigore nello scorso mese di luglio. Scopo del Regolamento è quello di classificare gli investimenti sostenibili, che rispettano cioè uno dei sei obiettivi ambientali identificati dalla tassonomia (mitigazione climatica, adattamento climatico, risorse marine e acquatiche, economia circolare, inquinamento, biodiversità). Per ciascuno di questi obiettivi gli atti delegati dovranno definire criteri specifici per identificare gli investimenti che contribuiranno sostanzialmente all’obiettivo, e che al contempo rispettino il principio del do not harm riguardo agli altri cinque obiettivi.
Fra i temi più caldi affrontati in questi due pacchetti di criteri tecnici emergono le questioni legate all’industria dell’automobile, per cui sembrerebbe compatibile con la mitigazione climatica solo la produzione di automobili ibride ed elettriche, e alla generazione di elettricità, per la quale nei fatti risulterebbero esclusi impianti termoelettrici alimentati a gas naturale, anche ad altissima efficienza (a meno che non siano associati a sistemi di cattura della CO2 ancora molto poco diffusi a causa di limiti sia tecnologici che economici).
Con la pubblicazione di queste prime due proposte di requisiti tecnici su mitigazione e adattamento climatico, la tassonomia è più vicina a poter diventare un importante strumento di screening per indirizzare gli investimenti verso l’obiettivo della neutralità carbonica entro metà secolo, a servizio non solo del mondo della finanza e delle imprese ma anche dei decisori pubblici. La tassonomia potrebbe infatti diventare uno strumento chiave per distinguere investimenti green e brown anche nell’ambito delle politiche pubbliche per la ripresa dall’attuale crisi economica, e in particolare, come indicato anche da Bruxelles, per i finanziamenti del Resilience and Recovery Fund (il principale strumento di supporto diretto previsto dal Next Generation EU).
La Commissione europea ha infatti richiesto che almeno il 37% degli investimenti previsti dai Recovery Plan nazionali e finanziati dall’RRF siano destinati a misure favorevoli al clima, e il Parlamento europeo ha proposto di alzare questa soglia al 40%. Diversi soggetti, fra cui molte imprese italiane, supportano la proposta avanzata da Bruxelles di impiegare i criteri della tassonomia su mitigazione e adattamento climatico – una volta terminato l’iter legislativo – per valutare la compatibilità dei Recovery Plan con i requisiti sul clima chiesti dall’UE e indirizzare così la ripresa economica verso gli obiettivi climatici. Ciò richiederebbe una accelerazione dell’iter legislativo, dato che l’applicazione dei criteri tecnici della tassonomia sarebbe prevista dal gennaio 2022.
I criteri tecnici relativi ai due obiettivi di mitigazione e adattamento climatico sono stati pubblicati in forma di draft e sono attualmente oggetto di una consultazione pubblica che si chiuderà il 18 dicembre.