Anche quest’anno gli Stati Generali della Green Economy sono stati un momento importante per fare il punto sul percorso dell’Italia e della green economy nazionale verso gli obiettivi climatici. Si è svolta infatti il pomeriggio del 9 novembre la sessione Energia e Clima, organizzata in collaborazione con Italy for Climate, dal titolo “Visioni di futuro: le imprese italiane e la sfida della neutralità climatica”.

Nella sessione abbiamo condiviso non solo la nostra proposta di scenario di lungo periodo verso la neutralità climatica al 2045, ma abbiamo anche ascoltato le storie disruptive di alcune imprese italiane che con scelte ambiziose hanno dato il via a una piccola rivoluzione nel proprio settore industriale, trasformando il proprio core business o i processi produttivi verso le zero emissioni.

Rivedi qui gli interventi degli speaker e scarica le loro presentazioni:

Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha raccontato le macro tendenze dello scenario per la neutralità climatica al 2045 dell’Italia: emissioni, efficienza energetica e fonti rinnovabili. Quali sono le grandi sfide che il nostro Paese dovrà affrontare per raggiungere questi target?
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Agostino Re Rebaudengo, Presente di Elettricità Futura, ha ribadito la che gli operatori delle rinnovabili elettriche sono pronte alla sfida della transizione energetica. Cosa dobbiamo fare per coinvolgere a pieno titolo in questa sfida anche le Amministrazioni locali e regionali che ancora mostrano resistenze per l’installazione dei nuovi impianti?
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Edoardo Garrone, Presidente di ERG, ha raccontato la profonda trasformazione del proprio core business, da leader petrolifero a leader delle rinnovabili. Come si convincono gli stakeholder che quella sulla transizione è una scommessa vincente anche per il business?
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Paolo di Cesare, Co-founder di Nativa, ha presentato CO2alizione, l’iniziativa di Nativa e Fondazione per lo sviluppo sostenibile per portare la lotta al cambiamento climatico nello statuto delle imprese e raccogliere le imprese che vogliono seriamente fare la loro parte per contribuire alla sfida climatica.
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Chiara Montanini, Project Manager della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha spiegato alcuni aspetti chiave che CO2alizione affronterà per accompagnare le imprese in un solido percorso verso le zero emissioni: knowledge-sharing e linee guida sui temi critici di una carbon strategy aziendale, webinar di approfondimento e incontro delle imprese aderenti.
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Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate, ha illustrato come i target della Roadmap cambino nei diversi settori. Questo dovrebbe costituire la base per le aziende che intraprendono un percorso di decarbonizzazione: se per gli usi energetici arriveremo a 0 emissioni al 2045, come possiamo fare per le emissioni industriali ed agricole che non sono legate all’energia?
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Maria Paola Chiesi, Direttore Shared-Value and Sustainability di Chiesi ha raccontato la grande rivoluzione del farmaco di Chiesi: un investimento di oltre 300 milioni di euro per abbattere le emissioni di CO2 generate in fase di utilizzo dal loro farmaco più venduto. Quanta formazione, ricerca e innovazione sono state necessarie per trasformare un intero processo produttivo?
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Gabriele Bassi, Direttore Operations di Caviro Extra, ha raccontato la perfetta storia circolare della più grande filiera vitivinicola d’Italia: oltre alla produzione del vino, dagli scarti recuperano molti derivati nobili, fertilizzanti e soprattutto il biometano. Così Caviro ha chiuso il cerchio e grazie ai suoi scarti di filiera riesce ad essere 100% autosufficiente dal punto di vista energetico.
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Alessandra Barocci, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Arvedi, ha dimostrato che anche un settore cd. hard-to-abate può ottenere grandi risultati di decarbonizzazione con una vision rivolta al futuro e i giusti investimenti. Oggi Arvedi è leader nella produzione di acciaio da scarti post-consumo in forno elettrico. Il risultato? -75% di emissioni per tonnellata prodotta.
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Lorenzo Radice, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Ferrovie dello Stato, ha portato la storia dell’azienda più “elettrivora” d’Italia: come coniugare la necessità di garantire un servizio strategico e capillare per il Paese, con l’urgenza di azzerare le emissioni dei propri consumi? Con grandi investimenti sulla fonte di energia più capillare e pulita che ci sia: il fotovoltaico.
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Paolo Cavallini, Head of Finance di Energy Dome, ha concluso il panel delle imprese portano l’esperienza di una startup italiana con uno dei progetti potenzialmente più disruptive del panorama dell’energia: una batteria alimentata a CO2, che ha vinto anche il nostro Premio Startup per il clima. Come si convince il mondo che la transizione ha bisogno del tuo progetto?
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Ci rivediamo l’anno prossimo a Rimini!