24 Aprile 2024
Nel 2023 riduzione record delle emissioni in Italia
Il 2023 potrebbe diventare, per l’Italia, l’anno con la più alta riduzione delle emissioni di gas serra negli ultimi 30 anni. E non solo: questa riduzione sarebbe anche compatibile con gli obiettivi climatici al 2030, se saremo in grado ovviamente di mantenere questo ritmo anche nei prossimi anni.
Questo sulle emissioni è uno dei 10 key trend sul clima che anche quest’anno abbiamo elaborato per l’Italia. È già successo che le emissioni nazionali abbiano subito dei cali annui significativi, ma fino ad oggi sempre in concomitanza di una riduzione Pil (come ad esempio negli anni 2009, 2013 e, ovviamente, 2020). Il taglio del 2023, stimato attorno a -6,5% rispetto al 2022, è il più significativo mai registrato in concomitanza di una crescita economica, seppur ancora timida (+0,9% secondo i dati dell’Istat).
In termini assoluti, questa riduzione porterebbe nel 2023 le emissioni nazionali a circa 390 milioni di tonnellate di gas serra, il valore più basso mai registrato, con un taglio di 27 milioni di tonnellate in un solo anno. Se questi dati fossero confermati (ricordiamo che stiamo ancora parlando di stime preliminari, ci vorranno ancora diversi mesi prima di conoscere il quadro a consuntivo ufficiale), si tratterebbe di una riduzione compatibile con gli obiettivi climatici al 2030, per raggiungere i quali all’Italia “basterebbe” tagliare circa 20 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno da qui al 2030.
Ma cosa ha portato ad una tale riduzione delle emissioni? Secondo l’Enea, il contributo più significativo è avvenuto innanzitutto nelle emissioni energetiche, a causa di diversi fattori, molti dei quali congiunturali, che abbiamo approfondito anche in altri key trend all’interno del report. In primo luogo, nel settore elettrico è tornato a ridursi il contributo del carbone (a cui eravamo ricorsi in fase emergenziale per liberarci dalla dipendenza dalla Russia), si è ridotta anche la domanda elettrica e di conseguenza anche la produzione elettrica da gas, mentre invece quella da rinnovabili è tornata a crescere (dopo il picco negativo del 2022). A ridursi sono stati anche i consumi di energia degli edifici (con ogni probabilità, in risposta al caro bollette e ad un inverno particolarmente mite ma anche a qualche miglioramento in termini di efficienza) e dell’industria (purtroppo, anche a causa di una produzione industriale che nel 2023 ha registrato un calo del 2,5% rispetto all’anno precedente).
Quanto accaduto nel 2023 alle emissioni nazionali di gas serra non deve trarci in inganno e non significa affatto che le politiche messe in campo fino a oggi siano sufficienti e che la strada sia diventata in discesa. Certamente però il dato del 2023 è una buona notizia, perché ci conferma che gli obiettivi climatici, seppur molto sfidanti, con le misure e le politiche appropriate potrebbero essere ancora alla nostra portata.