13 Novembre 2024

Stati Generali 2024: la sfida climatica di imprese e governi nella sessione internazionale

Guardare alla sfida climatica partendo dallo scenario internazionale e dal ruolo dei paesi chiave definiti big emitters, per poi passare al punto di vista delle imprese e al loro ruolo di leader della transizione.

E’ stato questo il focus di “La sfida climatica di imprese e governi”, la sessione plenaria internazionale degli Stati generali della Green Economy 2024, organizzata in collaborazione con Italy for Climate, che si è svolta mercoledì 6 novembre presso Ecomondo, all’indomani delle elezioni USA.

SCENARI CLIMATICI E GEOPOLITICI: UNA FINESTRA SUL MONDO VERSO LA COP29

Dopo i saluti introduttivi, la prima parte della mattinata si è aperta con un’analisi degli scenari globali, a cominciare dagli ultimi aggiornamenti sulla crisi climatica in corso, grazie ai preziosi dati prodotti dall’Organizzazione mondiale della meteorologia.

E’ seguita una analisi dei trend più aggiornati sulla transizione energetica in corso, dei possibili sviluppi di queste tendenze in atto e di come tutto ciò potrebbe portare a cambiamenti, anche in tempi estremamente rapidi, difficili da immaginare oggi. Successivamente, con l’aiuto di alcune schede analitiche curate da Italy for Climate e attraverso testimonianze dirette, è stato approfondito il ruolo dei primi 4 grandi emettitori di gas serra, i ‘big emitters’ Europa, Cina, USA, India, e delle possibili relazioni attuali e future tra queste grandi economie globali.

 

Andrea Barbabella | Link per rivedere il suo intervento
Andrea Barbabella | Link per scaricare la presentazione

Gli Stati Uniti sono il principale produttore e consumatore di combustibili fossili: più di 800 milioni di tonnellate di petrolio e più di 1000 miliardi di metri cubi di gas prodotti nel 2023. Questo primato si traduce nel record di emissioni pro capite tra i big emitter (18 tonnellate di CO2eq, ben tre volte sopra la media mondiale), e nell’essere il primo Paese per responsabilità storica, avendo contributo al 25% delle emissioni di CO2 dal 1750 ad oggi. Nonostante gli Stati Uniti abbiamo generato il 12% delle emissioni globali nel 2023, hanno ridotto del 17% le proprie emissioni (dal 2005), ritornando ai livelli registrati nel 1990. 

USA: can America be great again without transition? | Scopri i dati

Con il Green Deal, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo ambizioso di guidare il mondo nella lotta ai cambiamenti climatici. Nel quadro internazionale, l’Unione Europa è il quarto emettitore a livello globale (dopo USA, Cina, e India), con 3,2 miliardi di tonnellate di CO2eq nel 2023. Ma sui Paesi dell’Unione persa una forte responsabilità storica: dal 1750 ad oggi ha contribuito al 17% di tutti i gas serra immessi in atmosfera (296 Gt di CO2eq). Lo stile di vita di un cittadino europea contribuisce a più emissioni pro capite (7,3 tonnellate di CO2eq) rispetto alla media mondiale, ma comunque inferiore rispetto ai propri corrispettivi di Stati Uniti e Cina. 

Europa: leader nella lotta ai cambiamenti climatici | Scopri i dati

Da circa vent’anni la Cina è il principale responsabile dell’aumento di CO2 in atmosfera. Nel 2023, ha emesso 12 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, pari al 33% delle emissioni mondiali. Queste enormi emissioni sono dovute largamente dalla sua dipendenza da fonti fossili, che ad oggi coprono l’85% del suo fabbisogno energetico, e in particolare dal carbone. Infatti, la Cina consuma il 58% del carbone a livello globale, pari a 3,5 milioni di tonnellate, e prevede di aumentarne il consumo poiché ha installato 47 GW di nuove centrali a carbone l’anno scorso. Le emissioni pro capite sono di 11 tonnellate, circa il doppio della media mondiale e seconda solo agli Stati Uniti. 

Cina: croce o delizia? | Scopri i dati

Con 4,1 miliardi di tonnellate di gas serra emesse nel 2023, l’India è diventato il terzo emettitore di gas serra al mondo, superando l’Unione Europea. Tuttavia, guardando le emissioni pro capite (2,9 tonnellate di CO2eq per abitante), un cittadino indiano emette meno della metà della media mondiale, un terzo di un europeo, un quarto di un cinese e appena un sesto di uno statunitense. Questo perché l’India è da poco diventato il Paese più popoloso al mondo, con 1,44 miliardi di abitanti, strappando il primato alla Cina. 

India: la nuova Cina? | Scopri i dati

IL CLEAN INDUSTRIAL DEAL EUROPEO E LE OPPORTUNITA’ PER LE NOSTRE IMPRESE

La seconda parte della mattinata ha visto invece protagoniste le imprese, per guardare insieme a loro alle opportunità che arrivano dalla transizione. Il settore privato è considerato sempre più un attore chiave della transizione green, in Europa e non solo e l’Italia presenta diversi primati spesso poco noti al grande pubblico.

Con il primo panel di imprese è stato affrontato proprio uno dei settori in cui l’Italia è leader, quello dell’economia circolare. Con un tasso di riciclo di oltre il 70% e un’industria riconosciuta come storia di successo.
Il secondo panel si è concentrato su acqua ed energia, due settori strettamente influenzati dalla crisi climatica in corso, da un lato con la necessità di tutelare la risorsa più preziosa messa a rischio dal rischio dal riscaldamento globale, dall’altro con l’impegno a promuovere una trasformazione profonda del sistema energetico.

In chiusura è stato affrontato nello specifico il ruolo delle imprese, quali sono le sfide e anche le minacce connesse al loro impegno nella transizione green e nel contrasto alla crisi climatica e su quali punti di forza il settore industriale italiano può contare.

Rivedi la sessione dedicata alle imprese

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