18 Settembre 2023

Agricoltura e acqua: i consumi più alti, il settore più colpito

L’agricoltura è il settore che consuma più acqua in Italia. Sono concentrati in questo settore oltre il 40% dei prelievi nazionali, pari a circa 16 miliardi di metri cubi ogni anno mediamente. Siamo secondi in Europa per consumo di acqua in agricoltura, dopo la Spagna, mentre al terzo posto si trova la Grecia. Prelievi idrici così elevati sono quindi una questione che accomuna tutti i Paesi dell’Europa meridionale, perché si tratta di Paese a spiccata vocazione agricola e le sole precipitazioni non riescono a soddisfare le esigenze di irrigazione. Gli altri Paesi dell’Europa continentale, come Francia e Germania, registrano invece prelievi idrici ad uso irriguo molto bassi, spesso quasi trascurabili.

Come abbiamo spiegato nel nostro Special Report, il settore agricolo è un protagonista indiscusso del legame fra acqua e clima: non è solo il settore che preleva più acqua, ma anche uno di quelli più colpiti dalla crisi climatica e dagli eventi estremi legati all’acqua, dovendo fare i conti anche con episodi di siccità che a causa del cambiamento climatico sono più intensi e frequenti. Nel 2022 l’Europa ha conosciuto la peggiore siccità degli ultimi 500 anni : in Italia, secondo Coldiretti e Ismea, siccità ed eventi meteo estremi hanno provocato un danno al comparto agricolo di circa 6 miliardi di euro, con la perdita del 10% della produzione dell’intera filiera italiana. La siccità influisce e rafforza il fenomeno dell’erosione del suolo, da cui l’Italia è duramente colpita. Per erosione si intende la perdita di particelle di suolo a causa degli agenti atmosferici, principalmente vento e acqua. La siccità favorisce l’erosione da parte di questi agenti, perché terreni più secchi sono anche più disgregati e brulli e le particelle di suolo vengono allontanate più facilmente da vento e acqua.
La conseguenza è che i terreni agricoli dell’Italia stanno diventando sempre meno fertili: l’Italia perde in media ogni anno 10 tonnellate di suolo fertile per ogni ettaro di terra ed è il Paese europeo in assoluto più esposto all’erosione dei suoli. Altre stime dicono che in Italia si trova il 42% di tutta la superficie agricola europea con elevati livelli di erosione. Oltre all’erosione, la perdita di fertilità dei suoli agricoli è causata anche dalla diminuzione della quantità di carbonio contenuto nel suolo, che è anch’essa una grave conseguenza della crisi climatica per l’agricoltura. Nel 2012 l’Ispra stimava in 2,6 miliardi di tonnellate la quantità di carbonio organico contenuto nei suoli italiani. Da allora, a causa dei fenomeni di degrado e dello sfruttamento eccessivo di questa risorsa, abbiamo perso mediamente oltre 360 mila tonnellate di carbonio ogni anno, complessivamente quindi circa 3,3 milioni di tonnellate fino al 2021.

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