19 Settembre 2022

Estate 2022: la siccità peggiore degli ultimi 500 anni

Nei due mesi appena trascorsi, luglio e agosto, l’Europa ha vissuto la siccità più grave degli ultimi 500 anni. Lo indicano in modo inequivocabile i dati del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Copernicus agosto 2022

“Un’intensa serie di ondate di caldo in tutta Europa, abbinate a condizioni insolitamente secche, hanno portato a un’estate di estremi con record in termini di temperatura, siccità e attività antincendio in molte parti del Europa, che influiscono in vari modi sulla società e sulla natura” – ha spiegato Freja Vamborg, ricercatrice del Servizio Copernicus sui cambiamenti climatici.

Le immagini dell’osservatorio Copernicus sono alla base dell’analisi Coldiretti che denuncia l’effetto devastante dell’anomalia che si è creata in Italia nell’estate 2022 con la combinazione di precipitazioni dimezzate e caldo record, che già nel mese di giugno ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, mentre nel mese di luglio la colonnina è stata più alta di +2,26 gradi la media, inferiore solo al 2005.

Un’anomalia che è costata all’agricoltura italiana 6 miliardi di danni pari al 10% della produzione agroalimentare nazionale, a cui vanno aggiunti gli effetti catastrofici legata alla mancanza d’acqua, dal dilagare degli incendi allo scioglimento dei ghiacciai.

“Il cambiamento climatico – spiega Coldiretti – è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi”.

Dall’analisi emerge che la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana, con danni per le quantità e la qualità dei raccolti.

“Le campagne italiane sono allo stremo con cali produttivi del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po”.

“Preoccupa anche la vendemmia con una prospettiva di un calo del 10% delle uve mentre – continua la Coldiretti – è allarme negli uliveti con il caldo che rischia di far crollare le rese produttive. Oltre che in pianura gli effetti del cambiamento climatico si fanno dunque sentire anche in montagna con un profondo cambiamento del paesaggio con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature che stanno prosciugando pure i ghiacciai alle quote più alte”.

La denuncia si conclude con un riferimento agli incendi favoriti dalle temperature estreme e dalle secchezza dei terreni, Coldiretti stima in merito che ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire l’habitat nei boschi andati distrutti dalle fiamme.

 

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