17 Luglio 2024
Elettrificazione del settore automotive – Stakeholder Forum I4C
Il 2 luglio si è svolto un nuovo appuntamento dello Stakeholder Forum sul Clima di Italy for Climate dedicato al settore dei trasporti e in particolare all’auto elettrica. L’incontro è stata l’occasione per condividere un quadro aggiornato e approfondito sulle tendenze in atto a livello nazionale e internazionale, anche grazie al contributo di alcuni esperti, nel campo dell’elettrificazione del settore automotive.
L’introduzione di Italy for Climate ha permesso di ricostruire il quadro emissivo del settore trasporti in Italia e il ruolo in questo contesto dell’auto privata e, inoltre, ha presentato i numeri chiave della roadmap di decarbonizzazione proposta per il settore. I trasporti sono responsabili di quasi un terzo dei consumi finali di energia e di un quarto delle emissioni nazionali di gas serra, di cui oltre il 60% prodotte proprio dalle nostre automobili. Sono il settore con il più basso livello di penetrazione elettrica, solo il 3% dei consumi finali è soddisfatto da energia elettrica, e son il minore utilizzo di fonti rinnovabili, in termini reali appena il 5% del fabbisogno. Ma soprattutto è l’unico settore a non aver ridotto le proprie emissioni negli ultimi trent’anni.
Secondo la roadmap settoriale elaborata da Italy for Climate, per consentire all’Italia di essere in linea con l’impegno del Fit for 55, da qui al 2030 le emissioni di gas serra dei trasporti dovrebbero ridursi di circa il 30%, molto meno di altri settori vista la difficoltà ad agire. Per arrivare a questo risultato, tra le altre cose, bisognerebbe ridurre il numero delle auto circolanti del 15% e le percorrenze chilometriche del 10% promuovendo il trasporto pubblico, la mobilità condivisa, la ciclo-pedonalità etc. Ma bisognerebbe anche aumentare la quota di combustibili rinnovabili (in primis tramite l’utilizzo di biometano nei trasporti pesanti e marittimi) e triplicare quella dei consumi elettrici (dal 3% al 9%). L’elettrificazione consente di tagliare le emissioni anche in maniera significativa grazie alla maggiore efficienza e, soprattutto, ai miglioramenti del mix energetico nazionale: trent’anni fa per produrre un chilowattora di elettricità venivano emessi in atmosfera quasi 600 gCO2, oggi questo valore è sceso a poco più di 200 gCO2 e al 2030 dovrebbe almeno ulteriormente dimezzarsi.
Durante l’incontro è stata presentata una analisi preliminare del nuovo Piano nazionale integrato energia e clima reso pubblico dal Ministero poco prima del forum. In questa prima valutazione Italy for Climate ha evidenziato alcune criticità e in particolare:
- quello dei trasporti è il settore in cui si prevede il maggiore aumento di fonti rinnovabili, il cui consumo in termini reali dovrebbero quasi quadruplicare: purtroppo oltre il 60% di questo aumento sarebbe a carico di biocombustibili liquidi di cui non è chiarita la natura e la provenienza della materia prima
- non si prevede nessuna riduzione significativa dei consumi di energia, che restano sostanzialmente stabili ai valori attuali, non individuando misure in grado di aumentare l’efficienza di sistema come, appunto, quelle legate allo shift modale, alla razionalizzazione degli spostamenti, al trasporto pubblico e condiviso etc.
Il dibattito è stato arricchito dagli interventi di Francesco Naso, Segretario Generale di Motus-e, di Emanuele Taibi, General Manager di Field Italia e già responsabile dell’area accumuli di energia di Irena, e Giuseppe Mauri, a capo del gruppo ricerca sulla e-mobility di Rse.
Francesco Naso – Il mercato delle auto elettriche in Italia | Link alla presentazione
In particolare, ci si è concentrati sugli andamenti del mercato globale, europeo e nazionale dell’auto elettrica, analizzando le difficoltà mostrate dal settore proprio in Italia. Sono stati approfonditi gli impatti dell’auto elettrica sulle infrastrutture di rete (particolare attenzione alla rete in bassa tensione), il nodo della dotazione infrastrutturale nazionale, le ricadute di una forte penetrazione dell’auto elettrica in termini di domanda nazionale di energia elettrica. In particolare, è stata stressata anche la necessità di rendere il sistema sempre più integrato, interoperabile e intelligente. Un focus specifico è stato svolto sui sistemi di accumulo, a cominciare dagli andamenti registrati e previsti dei prezzi e degli investimenti a livello mondiale, l’aumento della domanda di materie critiche e le possibili difficoltà di approvvigionamento. Dal dibattito con le associazioni è emersa un’idea abbastanza condivisa che la transizione verso l’auto elettrica potrebbe portare anche per il nostro Paese più benefici che costi, ma a patto di varare e portare avanti una politica industriale che accompagni il settore in questa importante trasformazione.