10 Settembre 2022

Gli edifici in Italia sono i primi consumatori di energia

energia edificiL’attuale crisi ci sta spingendo verso la ricerca di tutte le possibili modalità per ridurre i nostri consumi energetici, di gas e non solo. È importante, pertanto, sapere dove questi consumi si generano e, successivamente, quali strumenti abbiamo per ridurli. Riguardo il primo punto, forse non tutti sanno che in Italia quello degli edifici è il primo settore per consumi di energia, con quasi il 45% dei consumi finali. Si tratta dell’energia necessaria a scaldarci d’inverno e a rinfrescarci d’estate, a cucinare, ad alimentare elettrodomestici e altre apparecchiature elettriche e così via. Oltre i due terzi di questi consumi derivano da abitazioni residenziali, quindi le nostre case, mentre la parte rimanente alimenta edifici commerciali, uffici pubblici, scuole e ospedali, etc.

Quello degli edifici è anche il settore che nel corso degli anni ha aumentato più di tutti gli altri la propria fame di energia: dal 1990 al 2019, escludendo la riduzione congiunturale (comunque modesta) dell’anno della pandemia, è passato da 34 a quasi 50 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (Mtep) segnare un +44%. Un aumento di circa 15 Mtep contro i circa 3 Mtep in più dei trasporti, la sostanziale stabilità dell’Agricoltura e il taglio di oltre 9 Mtep dell’Industria.

Dal nostro Italy Climate Report scopriamo inoltre che il patrimonio edilizio nazionale è un grande divoratore di gas: circa 30 miliardi di metri cubi consumati direttamente in un anno, principalmente per il riscaldamento degli ambienti. Si tratta di oltre il 40% del fabbisogno nazionale di gas e all’incirca la stessa quantità consumata da tutte le centrali termoelettriche alimentate con questo combustibile. È anche il settore responsabile quasi integralmente dell’aumento del consumo nazionale di gas negli ultimi decenni, con un +50% dal 1990 a oggi.

Guardando al mix energetico degli edifici italiani nel suo complesso, un dato positivo è certamente quello delle fonti rinnovabili che arrivano a coprire circa il 30% del fabbisogno complessivo, in primo luogo grazie alle così dette fonti rinnovabili termiche, ossia stufe alimentate a legna e pellet oppure le sempre più diffuse pompe di calore. Invece, oltre alla forte crescita dei consumi di gas, un dato poco incoraggiante è rappresentato dalla tutto sommato scarsa elettrificazione: solo il 27% dei consumi finali è soddisfatto da energia elettrica, un po’ di più della media nazionale ma praticamente lo stesso identico valore da quasi un decennio.

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