13 Aprile 2022
Istat: temperatura media in crescita nelle grandi città italiane
Nelle principali città italiane la temperatura media è in crescita: nei capoluoghi di Regione il dato medio annuo segna un’anomalia di +1,2°C sul valore climatico 1971-2000. In aumento anche altri valori estremi di caldo: +15 giorni estivi e +18 notti tropicali. Le precipitazioni scendono in media di 132 mm sul corrispondente valore del periodo 2006-2015.
A riportare questi dati è l’Istat, nel nuovo Rapporto “Cambiamenti climatici determinanti, impatti, mitigazioni: i numeri chiave 2020” che ogni anno aggiorna l’andamento di alcuni fenomeni legati alla crisi climatica nelle città capoluogo di provincia e città metropolitane in base a metodologie internazionalmente condivise.
Ai fini della transizione verso la neutralità climatica, un ruolo centrale è riconosciuto, infatti, alle città per l’attività di governance e per essere hot spot climatici, aree molto colpite da eventi avversi legati a variabilità e cambiamento del clima. Aumenti della temperatura dell’aria, variabilità di fenomeni meteorologici e intensificarsi di eventi estremi possono determinare gravi conseguenze sulle città, caratterizzate da concentrazione demografica, alta densità di infrastrutture, attività economiche e patrimonio artistico.
Considerando solo i capoluoghi di regione, per i quali sono disponibili serie ampie e complete di dati, la temperatura media, pari a 15,8°C, mostra un’anomalia di +1,2°C rispetto al valore climatico 1971-2000.
In tutte le città le anomalie di temperatura media sono positive e dovute a rialzi della temperatura, sia minima che massima: le più alte si rilevano a Perugia (+2,1°C), Roma (+2°C), Milano (+1,9°C), Bologna (+1,8°C) e Torino (+1,7°C).
Il 2020 si presenta come l’anno meno piovoso degli ultimi dieci, insieme al 2011, con una precipitazione totale annua di 661 mm (media delle stazioni osservate). Nelle principali città, sovrapposta alla tendenza ad aumento generalizzato della temperatura media, la diminuzione della precipitazione è pari a -132 mm sul corrispondente valore medio del periodo 2006-2015. Le anomalie negative di precipitazione interessano 22 città. Nei capoluoghi di Regione l’anomalia si attesta in media a -91 mm rispetto al valore climatico 1971-2000 e riguarda 15 città: in testa Napoli (-439,6 mm), seguono Genova (-276,9 mm), Catanzaro (-262,1 mm), Firenze (-221,6 mm), Bologna (-211,9 mm) e Milano (-196).
Il report evidenzia anche che nel 2020 le notti sono state sempre più tropicali. Fra le 24 città osservate, i giorni estivi (con temperatura massima maggiore di 25 gradi) in media sono 112 mentre salgono a 56 le notti tropicali (con temperatura che non scende sotto i 20 gradi) rispetto ai valori climatici 1971-2000. Considerando i soli capoluoghi di Regione, i due indici segnano un’anomalia media sul valore climatico del trentennio 1971-2000 rispettivamente di +15 giorni e +18 notti. In tutte queste città (ad eccezione di Palermo) si hanno anomalie positive di giorni estivi, più alte per Aosta (+41 giorni), Perugia (+35), Roma (+27) e Trieste (+26). Le notti tropicali raggiungono quota +53 a Napoli, seguono Milano (+34 notti), Catanzaro (+33) e Palermo (+27).
Ma oltre a questi dati di impatto della crisi climatica nelle città italiane, il Rapporto racconta anche la diffusione di alcune strategie di adattamento climatico, prima fra tutte la riforestazione urbana: +15% di superficie dedicata a questi interventi negli ultimi dieci anni, in particolare nei capoluoghi di Regione e nei centri urbani del Nord e delle isole. Scopo di questi interventi è di mitigare gli impatti delle cd. ondate di calore, mettendo a disposizione dei cittadini una superficie sempre più vasta di aree verdi. Su questo sussiste ancora oggi un divario importante fra Nord e Sud: si passa da una media di 65 m2 per abitante nel Nord-Est ad una media di 5-6 al Sud e nelle Isole.