1 Aprile 2022

La dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas

dipendenza gas

Come per gli altri combustibili fossili (petrolio e carbone), anche per il gas l’Italia ha una forte dipendenza dall’estero.

La produzione nazionale copre appena il 4% del fabbisogno complessivo di gas, mentre il restante 96% (circa 76 miliardi di m3 di gas nel 2021) proviene da importazioni estere. L’alta dipendenza dall’estero non dipende dai livelli di sfruttamento delle risorse nazionali: le riserve di gas presenti nel sottosuolo italiano sono limitate e, anche se immaginassimo da un giorno all’altro di poterle sfruttare a pieno, potremmo coprire il nostro fabbisogno di gas solo per pochi mesi prima di averle esaurite per sempre.

La nostra dipendenza dall’estero per il gas è concentrata in soli 5 Paesi. Il primo, com’è oramai noto anche ai non addetti ai lavori, è la Russia, da cui dipendiamo per il 40% del nostro fabbisogno. Il secondo è l’Algeria, che soddisfa il 31% del nostro fabbisogno. Storicamente questi due Paesi sono i principali fornitori di gas in Italia, con la Russia che ha acquisito il primato in particolare nell’ultimo decennio (come hanno sottolineato molti analisti, proprio in concomitanza con l’occupazione della Crimea): rispetto a inizio millennio, infatti, abbiamo aumentato il flusso di gas dalla Russia del 38%, mentre abbiamo ridotto quello dall’Algeria del 20%. Con l’entrata in funzione della TAP (il gasdotto Trans-Adriatic Pipeline che dal Mar Caspio arriva in Puglia), nel 2021 è entrato in scena un nuovo player delle importazioni di gas in Italia e in Europa: l’Azerbaijan, che oggi è il nostro terzo Paese per import di gas, con il 10%. Ci sono, infine, il Qatar e la Libia, dai quali importiamo rispettivamente il 9% e il 4% del nostro fabbisogno.

Si discute in queste settimane della possibilità di aumentare l’importazione di gas da alcuni Paesi nostri fornitori per ridurre la dipendenza dalla Russia, pensando che questo renderà il nostro sistema energetico più sicuro. Ma i 5 Paesi da cui importiamo il 90% del nostro fabbisogno nazionale di gas, oltre ad avere abbondanti disponibilità di questo combustibile fossile, sono tutti caratterizzati dalla presenza di regimi classificati come autoritari. Per costruire un sistema energetico più sicuro (e sostenibile) non possiamo continuare a puntare sul gas diversificando le fonti, ma dobbiamo tagliare il prima possibile e il più possibile il nostro fabbisogno da questa fonte fossile e accelerare la transizione energetica.

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