25 Marzo 2022
Oltre il 50% di energia da fonti nazionali grazie alla transizione energetica
L’Italia tra i Paesi europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero, in che modo può aiutarci la transizione energetica?
L’Italia dell’era industriale ha sempre avuto la necessità di importare dall’estero la maggior parte dell’energia di cui ha bisogno. Nel 1990, solo il 16% del nostro fabbisogno energetico era soddisfatto da produzione nazionale, trent’anni dopo, nel 2021, grazie alle fonti rinnovabili siamo arrivati al 23%. Da sempre le nostre importazioni di energia riguardano le uniche fonti di cui non disponiamo in abbondanza: i combustibili fossili (cioè gas, carbone e petrolio). Le riserve nazionali per queste fonti sono, infatti, molto limitate e i Paesi da cui ce ne approvvigioniamo, come abbiamo già visto, sono in gran parte caratterizzati da regimi autarchici e con complicati contesti geopolitici.
Non c’è modo di ridurre la rischiosa dipendenza energetica che abbiamo da questi Paesi se continueremo a mantenere un modello energetico basato sulle fonti fossili. Come ci indica la stessa Commissione europea nel suo recente piano per affrontare l’attuale crisi energetica e bellica, l’unica via per diventare più indipendenti è tagliare, il più possibile e il prima possibile, il consumo di combustibili fossili grazie alla transizione energetica. Riducendo il nostro fabbisogno di energia nel suo complesso con interventi di efficientamento, e sostituendo il consumo di fonti fossili con quello di fonti rinnovabili, come l’energia eolica, solare, idrica e le bioenergie. Di tutte queste fonti pulite, infatti, disponiamo in grande abbondanza in Italia, non solo in termini di disponibilità delle risorse primarie (come sole e vento), ma anche di know how tecnologico e di aziende pronte ad investire nel settore.
Se ci avviamo sulla strada della transizione energetica, realizzando entro questo decennio gli obiettivi che sono necessari per mitigare la crisi climatica in corso, potremo già nel 2030 raggiungere un risultato storico per il nostro Paese: più della metà del nostro fabbisogno (il 54%) sarebbe coperto con fonti energetiche nazionali e pulite. Una quota di “indipendenza energetica” più che raddoppiata rispetto al 23% di oggi, con enormi benefici anche economici (in primis sulle bollette) e sociali oltre che ambientali.