25 Febbraio 2022

Risolviamo la grave crisi energetica con 60 GW di rinnovabili autorizzate entro giugno 2022

fotovoltaico

Foto di succo da Pixabay

Elettricità Futura, associazione di Confindustria che rappresenta il 70% del mercato elettrico nazionale e Promotore di Italy for Climate, ha proposto una soluzione strutturale all’attuale crisi energetica.

La situazione geopolitica è drammatica la sicurezza energetica deve essere fra le priorità dell’Italia e dell’Europa. Per risolvere questa grave emergenza, l’Associazione chiede al Governo e alle Regioni di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, attuando un’azione straordinaria sugli iter autorizzativi. Si tratta solo di un terzo delle domande di allaccio già presentate a Terna che corrispondono a progetti concreti pronti ad essere realizzati.

Installare 60 GW di rinnovabili nei prossimi 3 anni sarebbe la soluzione strutturale per aumentare la sicurezza e l’indipendenza energetica al tempo stesso riducendo drasticamente la bolletta elettrica. 60 GW di nuovi impianti rinnovabili faranno risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. O, in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas nazionale”, ha commentato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura “Siamo pronti a lavorare con il Governo per individuare le misure straordinarie per l’obiettivo 60 GW di nuovi impianti rinnovabili”.

Presentazione di Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura

Il settore elettrico è pronto a investire 85 miliardi di euro nei prossimi 3 anni per installare 60 GW di nuovi impianti rinnovabili e creare 80.000 nuovi posti di lavoro, dando un grande slancio all’economia italiana. Secondo Elettricità Futura 20 GW di rinnovabili ogni anno sono tecnicamente fattibili, come dimostra il fatto che circa un decennio fa in Italia abbiamo installato più di dieci GW in un anno ma con tecnologie neanche paragonabili a quelle attuali. Ma per farlo il Governo deve sbloccare entro giugno gli iter autorizzativi, in primo luogo individuando le aree idonee in cui realizzare gli impianti. Secondo l’analisi dell’associazione lo spazio che sarebbe necessario per i 48 GW di fotovoltaico previsti è in realtà limitato: se anche dovessimo immaginare di fare solo impianti a terra questi occuperebbero circa 48 mila ettari, ossia lo 0,3% della superficie agricola nazionale oppure l’1,3% della superficie agricola oggi non più utilizzata. O ancora si tratterebbe 0,1% della superficie nazionale, un valore gestibile se messo a confronto con il 7% rappresentato dal territorio italiano già oggi ricoperto da cemento.

Si tratta di investimenti privati che non richiedono alcun incentivo pubblico, ma solo di stipulare con le imprese un contratto di lungo termine per acquistare per vent’anni l’energia elettrica prodotta da questi impianti a 65 euro/MWh, un prezzo inferiore a quello di qualsiasi centrale a gas, a carbone o nucleare, e meno di un terzo di quanto stiamo pagando adesso l’elettricità” ha dichiarato Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate “Dobbiamo capire che siamo entrati in una nuova era energetica e come recentemente dichiarato dalla stessa Commissione Europea i prezzi del gas (e quindi dell’elettricità con esso generata) rimarranno alti e volatili almeno fino a tutto il 2023. Quella di Elettricità Futura è una proposta vincente per il clima, per l’indipendenza energetica e la sicurezza del Paese, per i portafogli di famiglie e imprese. Perché mai qualcuno dovrebbe dire di no?

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