19 Ottobre 2020

La transizione alla neutralità climatica non sarà una passeggiata

Editoriale di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

L’Unione Europea è ormai al passaggio finale del nuovo Regolamento europeo per il clima che stabilisce l’obiettivo della neutralità climatica dell’Europa al 2050 e aumenta il target europeo di riduzione dei gas serra al 55%, rispetto a quelle del 1990, entro il 2030.

Come attuare questa ambiziosa transizione in Italia? Una prima proposta per raggiungere il target al 2030 è stata presentata il 13 ottobre a una conferenza nazionale, organizzata da Italy for climate, una iniziativa promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme ad un gruppo di imprese avanzate.

Sarebbe bene aprire una discussione pubblica più informata e partecipata su un tema così cruciale. Il salto da compiere in Italia è impegnativo: dal 1990 al 2018 le nostre emissioni sono calate del 17%, nei prossimi 10 anni dovrebbero scendere a meno 55%, quindi con un calo ulteriore del 38% che comporta un taglio di ben 195,5 milioni di tonnellate di CO2eq.

Senza una significativa riduzione dei consumi di energia – osserva il Report di Italy for climate – non sarà possibile raggiungere la neutralità climatica. Dovremo, quindi, ridurre i consumi finali di energia da 114,3 nel 2018 a 97 Mtep nel 2030. La quota di fonti rinnovabili dovrà raddoppiare: da 21 nel 2018 a 41,7 Mtep nel 2030. La crescita maggiore riguarderà le rinnovabili elettriche che dovrebbero crescere da 9,7 Mtep a 20,6 Mtep,in soli 10 anni.

Gli obiettivi per l’energia sono parecchio sfidanti, ma l’articolazione nei settori dovrebbe far comprendere ancora meglio i profondi cambiamenti richiesti dalla transizione alla neutralità climatica. L’industria è chiamata a dare un importante contributo alla riduzione dei gas serra: da 141 MtCO2eq nel 2018 a 76 nel 2030, con miglioramenti rilevanti nell’efficienza energetica, nella circolarità dei modelli produttivi, con l’aumento dell’elettrificazione e delle fonti rinnovabili.

Nei trasporti, che nel recente passato hanno aumentato le emissioni di gas serra, ci dovranno essere importanti cambiamenti per farle scendere da 108 nel 2018 a 76 MtCO2eq nel 2030, riducendo il numero di auto e le loro percorrenze, facendo crescere una mobilità alternativa: pedonale, ciclabile, condivisa e del trasporto pubblico. Dovrà crescere, e di molto, la mobilità elettrica ed anche la produzione di biometano, soprattutto per il trasporto pesante e il cabotaggio.

Nel settore residenziale le emissioni dovranno scendere da 68 nel 2018 a 32 MtCO2eq nel 2030 con interventi come quelli attivati col bonus 110% che devono proseguire per assicurare la riqualificazione energetica almeno del 2% degli edifici all’anno fino al 2030 ed anche per assicurare che tutte le superfici degli edifici idonee  vengano dotate di pannelli solari.

Nel settore terziario si dovrà scendere da 52 nel 2018 a 22 MtCO2eq nel 2030, riqualificando almeno il 3% di edifici pubblici all’anno, oltre che con un programma di integrazione delle fonti rinnovabili . Nell’agricoltura si dovrà far calare le emissioni da 40 nel 2018 a 28 MtCO2eq nel 2030 con miglioramenti delle tecniche di coltivazione e di allevamento e aumentando l’assorbimento del carbonio organico nei suoli.

Il Rapporto avanza, infine, una serie di proposte generali: l’estensione di meccanismi di carbon pricing, integrati a livello europeo con una border carbon tax; il rafforzamento della transizione dell’economia da un modello lineare ed estrattivo a uno circolare e rigenerativo; l’accelerazione della ricerca e della diffusione di tecnologie innovative orientate alla neutralità carbonica; la semplificazione delle procedure e degli iter autorizzativi per accelerare la trasformazione delle infrastrutture e dei processi industriali; lo sviluppo di iniziative di informazione  per promuovere la cultura della transizione alla neutralità climatica.

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