6 Ottobre 2020

L’UE ha buon passo sulle rinnovabili, non sul risparmio energetico

Editoriale di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

I piani per l’energia e il clima, osserva la Commissione europea, costituiscono una solida base per la progettazione della transizione green degli Stati membri, per qualificare le strategie di ripresa e resilienza con l’utilizzo dei fondi di Next Generation UE e per conseguire gli obiettivi più ampi del Green Deal europeo.

La valutazione dei 27 Piani nazionali per l’energia e il clima presentati dai Paesi europei (Comunicazione del 17.9.2020, 564 final) fa, infatti, il punto anche in relazione ai nuovi target al 2030, di riduzione delle emissioni del 55% e di neutralità climatica al 2050.

Per l’energia rinnovabile l’UE sta tenendo un buon passosi prevede che raggiungerà un quota di energie rinnovabili (per elettricità, calore e carburanti) compresa tra il 22,5% e il 22,7% del consumo finale di energia, superando quindi  l’obiettivo europeo fissato al 20%. La valutazione dei piani nazionali mostra che la quota di energia rinnovabile potrebbe raggiungere, con le misure in atto e con quelle previste, dal 33,1 al 33,7% dei consumi finali di energia al 2030, superando quindi l’obiettivo fissato di almeno il 32%. Per raggiungere il nuovo target di riduzione delle emissioni del 55%, occorrerà uno sforzo aggiuntivo importante, per portare le rinnovabili al 38-40% dei consumi finali al 2030.

Si tenga ben presente, nota la Commissione, che gli investimenti nelle energie rinnovabili sono importanti anche per creare posti di lavoro. Nell’UE nel 2018 erano impiegate circa 1,5 milioni di persone nel settore delle energie rinnovabili, compresi i posti di lavoro indiretti. Per la forte crescita prevista nel periodo dal 2020 al 2030, il settore delle rinnovabili diventerà un grande creatore di posti di lavoro nell’UE.

Nell’efficienza energetica si registrano maggiori difficoltà nell’UE. La valutazione dei piani mostra che con le misure decise e previste, si arriverebbe a una  riduzione del 29,7% del consumo di energia primaria e del 29,4% del consumo energetico finale al 2030, non raggiungendo quindi il target, fissato a livello europeo, di diminuzione di almeno il 32,5% dei consumi di energia. La criticità delle misure di efficienza e risparmio energetico risulta ancora più evidente se si considera che, col target della riduzione del 55%, la diminuzione dei consumi di energia dovrebbe arrivare al 39/41% dei consumi finali: con un impegno di un 10/12% maggiore di quello che risulta dalle misure previste nei piani dei vari Paesi.

Servirà quindi un robusto rafforzamento delle misure per il risparmio di energia in particolare degli edifici, rendendo più circolari i modelli di produzione e di consumo e con interventi più consistenti nel settore dei trasporti.

Da questi piani emerge anche che diversi Stati membri intendono fare un uso maggiore del carbon pricing: una condizione necessaria per arrivare alla neutralità climatica.

Una valutazione, importante anche ai fini delle decisioni sugli investimenti per la ripresa, è quella relativa alle risorse necessarie, e mobilitate, per le misure per il clima e l’energia. Sulla base dei calcoli della Commissione, per attuare i piani presentati, gli investimenti dovrebbero arrivare a circa 260 miliardi all’anno per il periodo 2021-2030. Per raggiungere il target di taglio del 55% delle emissioni di gas serra, gli investimenti dovrebbero aumentare oltre un terzo di più: a circa 350 miliardi all’anno.

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