18 Febbraio 2021
Race to Zero: puntare su un approccio settoriale per la neutralità carbonica
In vista della COP26, la campagna globale delle Nazioni Unite Race to Zero dedicata alla azione climatica degli attori non governativi (imprese, città, università, etc.) ha pubblicato i Race to Zero Breakthroughs, un documento che raccoglie i “punti di svolta” che ciascun settore dell’economia dovrebbe realizzare nel prossimo decennio per allinearsi alla traiettoria di carbon neutrality.
I breakthrough sono stati individuati a partire dal processo di definizione di roadmap climatiche settoriali (le cd. Climate Action Pathways), avviato in sede ONU per accelerare i progressi di azione climatica nei vari settori dell’economia. Questo approccio, in linea con le indicazioni europee del Green deal sulla necessità di sviluppare specifiche roadmap o strategie settoriali, è peraltro simile a a quello che anche Italy for Climate ha adottato per la Roadmap climatica per l’Italia: declinare gli obiettivi clima-energia nazionali nei diversi settori finali e costruendo per ciascuno una Roadmap/strategia climatica settoriale con target e proposte di intervento mirate.
Lo scopo di questo approccio è quello di accrescere l’efficacia degli interventi e coinvolgere tutti gli attori e i settori dell’economia nella sfida per la neutralità climatica: da un lato, responsabilizzandoli a fare ciascuno la sua parte e dall’altro, fornendo loro strumenti e obiettivi tarati a livello settoriale per poter mettere in campo una efficace azione per la transizione di tutta l’economia verso le zero emissioni.
I Race to Zero Breakthroughs si focalizzano soprattutto (ma non solo) sui settori dell’industria manifatturiera, individuando per ciascun comparto degli obiettivi “operativi” al 2025 o al 2030 per allinearsi alla traiettoria di carbon neutrality.
Per il comparto di produzione del cemento, l’obiettivo al 2030 è di rendere carbon neutral almeno il 25% del calcestruzzo prodotto globalmente (ad esempio combinando la produzione con tecnologie di cattura della CO2). Per la produzione di alluminio, la quota scende al 20% del volume prodotto globalmente, mentre per l’acciaio l’obiettivo è che almeno 10 impianti a basse emissioni siano pienamente operativi in tutto il mondo. Il comparto della chimica dovrà puntare sull’elettricità da fonti rinnovabili (che dovranno coprire almeno il 60% dei consumi elettrici complessivi), così come il settore delle telecomunicazioni (in cui la quota dovrà raggiungere l’80%). Il settore oil & gas dovrà ridurre a livello globale la propria produzione del 40% rispetto ad oggi, un obiettivo che va di pari passo con quello del mercato dei veicoli: al 2025 almeno il 15% delle auto vendute globalmente dovranno essere a zero emissioni, e la quota sale al 75% per i bus. Anche l’agricoltura dovrà ridurre in modo significativo le proprie emissioni, puntando sull’efficientamento dei processi e riducendo scarti e ricorso alle materie prime.
Race to Zero punta a coinvolgere, entro l’appuntamento della COP26, almeno 10 dei circa 30 settori riportati dal documento, laddove per coinvolgimento si intende che almeno il 20% del mercato globale di ciascun settore si impegni a perseguire gli obiettivi di neutralità carbonica individuati.