20 Marzo 2024

Abruzzo e Sardegna: ecco le sfide su clima ed energia che dovranno affrontare

DI ANDREA BARBABELLA, PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE SU HUFFPOST

In occasione della tre giorni di KEY – The energy transition expo, Italy for Climate ha presentato al pubblico il primo database sulle performance climatiche ed energetiche delle regioni italiane sviluppato in collaborazione con Ispra, l’agenzia governativa per la protezione ambientale. CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns) analizza le venti regioni italiane attraverso 26 indicatori articolati in otto aree tematiche (emissioni, consumi energetici, fonti rinnovabili, vulnerabilità agli impatti del clima, industria, agricoltura, trasporti ed edifici). Il database contiene anche una sezione dedicata alle buone pratiche dai territori, raccontate attraverso una serie di articoli realizzati da Green & Blue de la Repubblica.

Questo lancio è avvenuto proprio nel mezzo di due importanti tornate elettorali che, come sappiamo, hanno deciso le guide politiche dei prossimi anni in Abruzzo e in Sardegna. Tornate in cui, come sembra essere diventato di moda negli ultimi tempi, i temi ambientali sono stati spesso al centro del dibattito pre e post elettorale. Attraverso lo sguardo di CIRO proviamo a capire quali sono i punti di forza di queste regioni in materia di clima ed energia e quali sfide attendono le amministrazioni nel loro nuovo corso.

Partiamo dalla regione in cui si è appena votato e iniziamo dai punti di forza su cui l’amministrazione confermata dovrà continuare a lavorare per mantenere i livelli di eccellenza raggiunti. Innanzitutto, pur avendo consumi di energia un po’ più alti della media, l’Abruzzo presenta livelli di emissioni pro capite di gas serra tra i più bassi in Italia (con 5,9 tonnellate pro capite all’anno è la quarta migliore regione, e presenta anche buoni livelli di assorbimento della CO2 dai sistemi forestali). Almeno in parte questa performance può essere ricondotta a una buona penetrazione delle fonti rinnovabili, che coprono il 26% dei consumi finali di energia contro il 18% della media nazionale, e più in generale a un mix energetico più pulito della media nazionale, anche grazie all’assenza totale di carbone (il combustibile fossile con le emissioni più elevate). Altro ambito su cui l’Abruzzo spicca è l’agricoltura, caratterizzata da livelli di emissione di gas serra più basse della media, minore utilizzo di fertilizzanti e una minore diffusione di allevamenti di bovini (che sono la principale causa di emissioni di gas serra del settore agricolo).

Quali sono invece i punti critici? Innanzitutto c’è un tema di efficienza energetica, legato a consumi pro capite più alti della media ma, soprattutto, al fatto che negli ultimi anni l’Abruzzo è una delle regioni italiane ad averli visti crescere di più (+10% in un quinquennio, quattro volte il dato nazionale). E, in questo ambito, la prima area su cui intervenire sembrerebbe essere quella dei trasporti: si tratta, infatti, di un settore con livelli di emissioni pro capite più alti della media, un elevato numero di autoveicoli in circolazione (710 ogni mille abitanti contro una media italiana di 681) e una scarsa efficacia del trasporto pubblico locale. Infine, vista la crescente importanza rivestita dalla gestione della risorsa idrica nel contesto climatico attuale, sembrerebbe una priorità intervenire su quel 60% di acqua immessa in rete che viene perduta (a fronte di una media nazionale di poco più del 40%) e cominciare a far risalire la regione dalla penultima posizione in classifica in cui si trova oggi.

Passando alla Sardegna e dando uno sguardo ai grafici interattivi di CIRO, si nota subito che l’isola presenta un quadro molto più eterogeneo rispetto all’Abruzzo, con alti e bassi molto più marcati. La Sardegna è una delle regioni italiane con i più bassi consumi pro capite di energia: questi sono certamente influenzati dal clima mite, come testimonia uno dei più bassi livelli di emissione di gas serra degli edifici, ma quest’ultimo dato dipende anche da un tasso di elettrificazione molto alto (il 40% dei consumi degli edifici è soddisfatto da elettricità, contro il 25% della media nazionale). Non solo edifici: anche il comparto industriale è uno dei più elettrificati d’Italia, con oltre il 50% dei consumi coperti da energia elettrica.

Su questi aspetti hanno inciso le caratteristiche geografiche e climatiche della regione ma soprattutto il fatto di essere l’unica regione in Italia con zero consumi di gas naturale. Questa condizione storica ha favorito l’elettrificazione delle case e delle industrie sarde, fatto assolutamente positivo in ottica di prospettive di decarbonizzazione. Ma, allo stesso tempo ha portato a un mix energetico molto sbilanciato, con i prodotti petroliferi (più inquinanti del gas naturale) che soddisfano oltre il 70% dei consumi energetici primari regionali (più del doppio della media nazionale) e un altro 16% coperto dal carbone (il dato più elevato d’Italia dopo la Puglia dell’Ilva di Taranto).

Tutto questo ha portato la Sardegna a detenere il non invidiabile record di regione con le più alte emissioni di gas serra: 11 tonnellate pro capite all’anno, contro una media nazionale di 7 tonnellate. La decarbonizzazione del sistema energetico, quindi, appare la principale sfida per la nuova amministrazione sarda. Sfida che potrà essere vinta solo riducendo la quota di combustibili fossili nel mix energetico in favore delle rinnovabili, a cominciare proprio da quelle elettriche di cui potranno beneficare immediatamente, come abbiamo visto, gli edifici e le imprese fortemente elettrificate.

La disponibilità di dati e informazioni, così come la condivisione delle esperienze di successo, rappresentano un ingrediente determinante in una ricetta contro il riscaldamento globale. L’augurio è che CIRO cresca velocemente, diventando uno strumento sempre più utile per il supporto dell’azione delle amministrazioni in materia di energia e clima.

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