Quello degli edifici è il settore più energivoro a livello nazionale ed è anche quello che ha visto aumentare i consumi più di tutti gli altri. Come sta andando la transizione energetica dei trasporti italiani? Come si posiziona nel confronto europeo? Quali obiettivi al 2030 e 2050 dovrà raggiungere questo settore? Quali sono le principali sfide tecnologiche?
Emissioni di gas serra degli edifici
6%: è la quota di emissioni di gas serra derivanti dagli edifici sul totale delle emissioni nazionali nel 2024. È il primo anno che queste scese sotto la soglia delle 100 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, facendo degli edifici il terzo settore per emissioni, dopo industria e trasporti.
-22%: è la riduzione delle emissioni di gas serra del settore conseguita tra il 1990 e il 2024. Si tratta della seconda performance nazionale, seconda solo a quella del settore industriale. Ma, per centrare gli impegni climatici, al 2030 le emissioni degli edifici dovranno più che dimezzarsi rispetto al 1990, per arrivare ad azzerarsi nel 2050.
45%: è la quota delle emissioni di gas serra degli edifici generate dall’utilizzo di gas naturale. Il metano si conferma la prima fonte di emissioni del settore, seguita da quelle generate dai consumi di elettricità.
58%: sono le emissioni degli edifici riconducibili al solo settore residenziale e, quindi, alle nostre abitazioni, mentre la parte rimanente deriva da uffici pubblici, centri commerciali, ospedali, scuole etc.
I consumi di energia e le rinnovabili degli edifici
41%: è la quota dei consumi energetici degli edifici sul totale nazionale nel 2024. Si tratta del settore che consuma di più in assoluto.
+32%: è l’aumento dei consumi di energia degli edifici italiani dal 1990 al 2024, la peggiore performance tra tutti i settori; questa tendenza andrebbe invertita tornando entro il 2050 a livelli di consumo simili a quelli di inizio anni ‘90.
31%: è il tasso di elettrificazione degli edifici in Italia nel 2024 che a inizio anni ‘90 era poco più del 20%. Per conseguire gli obiettivi climatici dovrà crescere ancora, arrivando a oltre il 50% dei consumi elettrificati nel 2050.
35%: è la quota dei consumi energetici degli edifici soddisfatta da fonti rinnovabili nel 2024. È la più alta tra tutti i settori, grazie alla crescita dell’elettrificazione ma anche a una buona diffusione delle rinnovabili termiche, a cominciare dalle biomasse. Questo valore dovrà superare il 50% nel 2030 e arrivare al 100% entro il 2050.
1,7 tonnellate equivalenti di petrolio: è il consumo di una abitazione media in Italia, a parità di condizioni climatiche un valore decisamente peggiore della media UE (1,3) e delle altre grandi economie europee. Negli ultimi vent’anni il consumo di una abitazione media italiana si è ridotto di circa il 7% a fronte di una media europea di oltre il 20%.
Le sfide tecnologiche per decarbonizzare gli edifici
360 mila: è il numero di pompe di calore vendute in Italia nel 2024. Il dato è in calo dopo il record assoluto fatto segnare nel nostro Paese nel 2022 di oltre mezzo milione di unità vendute, segno che la strada verso l’elettrificazione degli edifici è ancora in salita. In Italia ad oggi sono installate oltre 4 milioni di pompe di calore, in Europa secondi solo alla Francia.
1,6 milioni: sono gli impianti fotovoltaici di piccola taglia presenti a fine 2024 sui tetti delle nostre abitazioni. Quasi 9 milioni di kW di potenza installata, in grado di soddisfare circa il 15% della domanda di elettricità dell’intero settore residenziale in Italia.
68%: è la quota di famiglie italiane che, secondo l’ultimo censimento Istat del 2021, si scalda ancora consumando metano. A questo si aggiunge un altro 8% circa che utilizza GPL e addirittura gasolio. L’8,5% utilizza elettricità e, quindi, pompe di calore, mentre il 15% utilizza impianti alimentati a biomasse (ciocchi di legna, pellet e altro).


