22 Febbraio 2023

Piano di adattamento climatico – Stakeholder forum sul clima I4C

Lo scorso 7 febbraio si è svolto l’ultimo appuntamento dello Stakeholder Forum sul Clima di Italy for Climate, per confrontarci con associazioni e organizzazioni nazionali sul PNACC, Piano nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, pubblicato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

L’incontro è stata l’occasione per confrontarci sulle azioni promosse dal Piano e più in generale sulle esigenze di adattamento climatico di alcuni settori economici particolarmente vulnerabili alla crisi climatica nel nostro Paese, alla luce della fase di consultazione che si è aperta il 16 febbraio, a cui si potrà prendere parte fino al 31 marzo.

Oltre ai rappresentanti degli aderenti allo Stakeholder Forum e ai promotori di Italy for Climate, l’incontro si è aperto con la presentazione del PNACC a cura dell’ing. Daniela Fiore – coordinatore della Divisione I, Politiche per la prevenzione dei rischi e adattamento del territorio ai cambiamenti climatici della DG USSRI del MASE – e Fabiana Baffo – funzionario responsabile della sezione adattamento cambiamenti climatici del MASE. A seguire alcuni spunti e testimonianze con gli interventi di: Francesco Bosello, Direttore della divisione Economic analysis of Climate Impacts and Policy al CMCC; Francesca Giordano, Responsabile Valutazione ambientale nelle aree urbane, ISPRA; Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po.

FRANCESCA GIORDANO – Impatti dei cambiamenti climatici in Italia | LINK ALLA PRESENTAZIONE

FRANCESCO BOSELLO – Impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia: quanto, quali, dove? | LINK ALLA PRESENTAZIONE

ALESSANDRO BRATTI – La severità idrica del 2022 nel distretto del Po | LINK ALLA PRESENTAZIONE

Durante l’incontro sono stati condivise le principali criticità e problematiche da affrontare in vari settori ambientali, le cui conseguenze potrebbero essere sono molto significative sopratutto per alcuni settori economici. L’Italia si trova in un cd. hotspot climatico, cioè in un’area, quella mediterranea, particolarmente vulnerabile alla crisi climatica. Questo rende le strategie e le azioni di adattamento particolarmente urgenti e prioritarie per il nostro Paese, come gli eventi estremi degli ultimi anni non mancano di ricordarci.

Per quanto riguarda i costi indiretti sul “sistema Italia”, il Piano stima delle perdite di Pil pari al 2-4% a metà secolo e al 3-8% a fine a secolo. Per quanto riguarda i costi diretti, gli impatti economici più rilevanti nella prima metà del secolo saranno alle infrastrutture delle aree costiere (stimati in 50 miliardi di € complessivi) e all’agricoltura (12,5 miliardi di €). Altri impatti sulla salute, sul turismo e sulla produttività del lavoro sono più difficili da stimare economicamente, ma possono essere comunque quantificati, in primis per quanto riguarda l’aumento della mortalità da caldo estremo che potrebbe arrivare nel 2050 a registrare +90% (in uno scenario climatico < 2 °C) e +250% (in uno scenario > 4 °C). Resta ancora molto difficile stimare in termini economici gli impatti sulla salute umana e sulla perdita di biodiversità, che quindi restano sostanzialmente esclusi dal quadro degli scenari economici futuri presentato dal Piano.

Dal dibattito sono emerse diverse valutazioni positive riguardo la struttura del piano ed i contenuti ma anche alcune preoccupazioni rispetto alle tempistiche di approvazione e attuazione, anche alla luce del fatto che l’iter per arrivare a questa proposta di PNACC è durato 6 anni e che la crisi climatica impone una certa urgenza a procedere con la prossima fase operativa. Altre preoccupazioni hanno riguardato alcuni fra i settori economici più vulnerabili agli impatti della crisi climatica, come l’agricoltura, il turismo e la produzione idroelettrica. Tra le proposte di intervento, sono emerse:

  • la possibilità di concentrarsi in prima battuta sui settori o gli aspetti ambientali più urgenti, a cui destinare i primi sforzi e risorse economiche (che in questa fase non sono ancora state identificate);
  • la necessità di agire in sinergia con le altre iniziative di intervento messe in campo dal Governo sui settori coinvolti, come il PNIEC, il PNRR e la strategia di recepimento della PAC;
  • la priorità all’azione di supporto tecnico per i territori, che saranno fra i più coinvolti nella gestione dell’emergenza climatica ma che spesso mancano delle competenze necessarie;
  • la necessità di raffinare le stime economiche e le ricadute anche indirette per i settori più coinvolti, per accrescere l’attenzione e la consapevolezza sul tema.

Il PNACC è stato oggetto anche di un secondo incontro di approfondimento organizzato in collaborazione con il Green City Network e incentrato sul confronto con città e regioni. Per avere maggiori informazioni sugli interventi e per rivedere l’incontro segui questo link.

Gli incontri dello Stakeholder Forum sul Clima si svolgono su inviti e coinvolgono i rappresentanti della società civile, insieme ai Promotori di Italy for Climate e ai partner tecnici dell’iniziativa. Gli incontri affrontano di volta in volta questioni sia di carattere generale che di carattere più specifico o settoriale, prendendo spunto dalle proposte di obiettivi climatici e di interventi presenti nella Roadmap per la neutralità climatica di Italy for Climate.

Hanno già aderito al Forum oltre 30 fra le principali realtà associative del panorama nazionale: Legambiente, WWF, Greenpeace, Transport & Environment, Kyoto Club, Coordinamento Free, CGIL, CISL, UIL, Confindustria, Assocarta, CNA, Confartigianato, Confcooperative, Altroconsumo, Adiconsum, ANCE, FIRE, Elettricità Futura, Anev, Fiper, Assoidroelettrica, Assoesco, Green Building Council, ANFIA, UNEM, Assobioplastiche, Coldiretti, Confagricoltura, CIA-Agricoltori Italiani, Global Compact Network Italia, Forum per la Finanza Sostenibile.

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