16 Novembre 2023

Stati Generali 2023: le imprese a confronto con la sfida green

Guardare al futuro della transizione energetica con un doppio punto di vista: quello internazionale dei paesi grandi player delle economie mondiali e quello locale, con le imprese italiane che affrontano la sfida green. E’ stato questo il focus di “Le sfide per imprese e governi in un clima che cambia”, la sessione plenaria internazionale degli Stati generali della Green Economy 2023, organizzata in collaborazione con Italy for Climate mercoledì 8 novembre presso Ecomondo, che si è confermata un successo per la partecipazione e la presenza di oltre 20 speaker autorevoli che hanno contribuito al dibattito.


UNA FINESTRA SUL MONDO

Dopo i saluti introduttivi, la prima parte della sessione si è aperta con un’analisi degli scenari internazionali e in particolare con focus su Europa, Cina, USA, Germania, Italia.

Andrea Barbabella (Coordinatore scientifico di Italy for Climate) ha presentato il quadro globale di clima ed emissioni, in vista della Cop28. Quattro le parole chiave che hanno guidato l’intervento: calore, il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre; resilienza, per capire quali strategie di adattamento metteremo in campo; mitigazione, cosa è successo dalla COP21 in poi; accelerazione, gli investimenti nelle tecnologie verdi dovranno triplicare entro il 2030.

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Virginijus Sinkevičius (Commissario Ambiente e Oceani della Commissione Europea) si è focalizzato sul pacchetto di direttive Fit55 per raggiungere gli obiettivi climatici. Tra questi il target delle rinnovabili al 42,5% al 2030, il target di efficienza energetica a -11,7% al 2030, lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2035. Ma anche misure di economia circolare, riduzione dei rifiuti, politiche per l’acqua. Il Commissario ha manifestato la volontà dell’UE di supportare gli Stati Membri a individuare i sussidi dannosi, che vanno ridotti. Gli investimenti saranno un nodo centrale su cui lavorare per poter favorire la transizione green.

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Marco Valsania (Giornalista da New York de Il Sole 24 ore) ha offerto una panoramica sui rinnovati sforzi che gli USA stanno dedicando alla transizione energetica, soprattutto attraverso l’Inflaction Reduction Act. L’impatto economico potrebbe superare i 1000 miliardi, raggiungendo così per ampiezza e ambizioni i contorni di una politica industriale, che mira a rilanciare la leadership globale degli USA sulla transizione e a competere con la Cina su diversi settori tecnologici chiave, come le rinnovabili, le batterie e le auto elettriche.

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Con Hanling Yang (Direttore senior transizione energetica Asia di Environmental Defense Fund) si è parlato dell’impegno Net Zero entro il 2060 della Cina e delle prospettive sugli investimenti verso un’economia green. Il Paese mostra oggi una doppia faccia: da una parte, con oltre il 25% del totale globale, è il primo Paese per emissioni dal 2006; dall’altra, è comunque il primo paese per investimenti nella transizione energetica e ancora nel 2022 sono state prodotte qui la grande maggioranza delle tecnologie rinnovabili e le auto elettriche.

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Hans-Dieter Lucas (Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia) ha presentato le misure climatiche del governo tedesco, in cui il potenziamento delle energie rinnovabili resta una priorità anche per compensare l’uscita dal carbone e dal nucleare. La Germania resta leader in Europa, essendosi anche impegnata a raggiungere la neutralità climatica al 2045, e da questo punto di vista una collaborazione con l’Italia diventa particolarmente strategica e vantaggiosa.

 

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Chiara Montanini (Project manager di Italy for Climate) ha chiuso questa prima parte della sessione riportando lo sguardo al nostro Paese. Negli ultimi 30 anni le emissioni di gas serra nel nostro paese si sono ridotte solo del 20%, mentre in Europa la media è stata -30%. Eppure all’Italia conviene accelerare verso le zero emissioni, sia perché siamo un hotspot climatico sia perchè il nostro Paese è già una “tigre green” a livello mondiale, per competenze acquisite e per prospettive tecnologiche.

 

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LE IMPRESE E LA SFIDA GREEN PER LA COMPETITIVITÀ DELL’ITALIA NEL MONDO

Nella seconda parte della mattinata sono state protagoniste le imprese che in vari ambiti stanno affrontando la sfida green con diverse forme di innovazione che siano in grado di garantire la competitività sul mercato, storie che se condivise possono essere di ispirazione per tutto il settore di riferimento. In apertura Irene Pipola (Partner di EY), ha presentato i dati raccolti con la ricerca sul procurement sostenibile e la decarbonizzazione: secondo l’indagine, ancora solo l’8% delle imprese si è posta obiettivi di riduzione delle emissioni lungo tutta la catena di fornitura, però oltre 9 imprese su 10 hanno inserito il tema nella propria rendicontazione e stanno lavorando per integrare la sostenibilità nelle logiche tradizionali del procurement.

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DIAMO ENERGIA ALLA TRANSIZIONE

Al tavolo dedicato alle imprese del mondo dell’energia hanno preso parte Nicola Lanzetta (Direttore Italia del Gruppo Enel), Renato Mazzoncini (AD di A2A), Gian Francesco Galanzino (AD di Entsorga). Il focus è andato sulle rinnovabili: gli investimenti non devono trascurare le fonti tradizionali e programmabili (in primis idroelettrico, ma anche geotermoelettrico e bioenergie), anche se chiaramente fotovoltaico ed eolico saranno il traino della transizione anche in Italia. Si è parlato anche di costi del permitting, che oggi pesano anche il 30% sul costo totale dell’impianto, e più in generale della struttura di un sistema basato sulle rinnovabili, di per sé democratico perchè permette l’ingresso di player diversi e il perseguimento di soluzioni condivise come le comunità energetiche.

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DIFENDIAMO IL FUTURO DELL’ACQUA

L’acqua è una risorsa di valore eppure oggi l’Italia è il paese europe0 con i più alti livelli di prelievo idrico. Il ciclo idrico è messo a rischio anche dalla nuova fase di anormalità climatica permanente, che porta con se eventi climatici estremi. Grazie ai contributi delle imprese al tavolo – Alessandro Russo (AD di Gruppo CAP), Fabrizio Palermo (AD di ACEA), Giulia Giuffrè (Board Member and Sustainability Ambassador di Irritec) – si è parlato degli investimenti necessari per il rinnovamento della rete idrica e la riduzione delle perdite,  di innovazione tecnologica e sistemi di irrigazione intelligente per ridurre i consumi in agricoltura, di riuso dell’acqua depurata sia per l’agricoltura sia per gli usi civili.

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ECONOMIA CIRCOLARE A BASSE EMISSIONI

Un’economia decarbonizzata deve essere anche necessariamente circolare. Secondo i dati della nostra rodmap l’adozione di strategie di circolarità per materiali e prodotti nei soli settori hard-to-abate porterebbe a un taglio delle emissioni del 40% al 2040. Grazie ai contributi di realtà che stanno facendo della circolarità il core business della loro impresa – Luca Dal Fabbro (Presidente di Iren), Camilla Colucci (AD di Circularity), Andrea D’Amato (General Manager di Seda International packaging Group), Alessandro Saviola (Presidente di Gruppo Saviola) – si è avviato un confronto sulla valorizzazione del rifiuto.

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NATURE POSITIVE E AGRIFOOD

In agricoltura la maggior parte delle emissioni provengono proprio dalle attività agricole, utilizzo dei fertilizzanti ed allevamenti. L’agricoltura biologica può essere una risposta per le necessità del settore come emerso dal confronto a cui hanno preso parte Erika Marrone (Direttrice Sostenibilità di Alce Nero); Elena Jachia (Direttrice Area Ambiente della Fondazione Cariplo) e Nicoletta Maffini (Presidente di Assobio).

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Ci rivediamo agli Stati Generali della Green Economy 2024!

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