16 Novembre 2023
Decarbonizzare la filiera dell’acciaio – Stakeholder Forum I4C
Lunedì 13 novembre si è svolto l’incontro dello Stakeholder Forum sul Clima di Italy for Climate sul tema della decarbonizzazione dell’acciaio, il primo di una nuova serie di appuntamenti dedicati al PNIEC e in particolare all’industria, realizzati in collaborazione con il CONAI.
Questi incontri hanno come focus le prospettive di decarbonizzazione di alcune filiere delle materie prime e rappresentano importanti occasioni di confronto tra associazioni di categoria, imprese del settore e esperti sui possibili scenari a partire dallo stato dell’arte della filiera.
L’introduzione all’incontro è stata curata da Italy for Climate e ha offerto un quadro aggiornato sul settore dell’acciaio a livello globale, europeo e nazionale. Se fosse un Paese, con 3,7 miliardi di tonnellate di CO2 prodotte a livello globale, il settore dell’acciaio sarebbe il terzo emettitore dopo Cina e USA. Questo è dovuto non solo ad una domanda in costante crescita da decenni, ma soprattutto ad un processo produttivo particolarmente energivoro e impattante in termini di emissioni.
L’economia circolare però può aiutare a mitigare moltissimo l’impatto dell’acciaio: in alternativa al processo produttivo più tradizionale “a ciclo integrale” (quello cioè che parte dalla materia prima con il minerale di ferro e il carbone), si sta diffondendo sempre più un processo produttivo “ad arco elettrico” che impiega rottame riciclato, cioè che genera nuovo acciaio a partire dagli scarti. Ecco perché quello dell’acciaio, fra tutti i settori hard to abate, è ritenuto quello più fast to abate.
L’Italia è già un’eccellenza in questo settore, avendo l’acciaio da riciclo già raggiunto l’85% di tutta la produzione nazionale (la media UE, su cui pesa molto il modello tedesco, è ferma a circa il 40%). Ad oggi tutte le acciaierie italiane sfruttano il processo produttivo da riciclo, ad eccezione dell’ex Ilva di Taranto. Questo ha consentito all’Italia di ridurre tra il 1990 e oggi di oltre il 60% le emissioni specifiche connesse alla produzione di una tonnellata di acciaio.
Il dibattito ha coinvolto alcuni ospiti esperti del settore, fra cui Flavio Bregant (Direttore Generale di Federacciai), Carlo Mapelli (Professore del Politecnico di Milano), Federico Fusari (Direttore di RICREA), Francesca Morandi e Davide Lorenzini (di Siderweb) e si è concentrato sulle prospettive di decarbonizzazione del settore in Italia, sulle sfide per migliorare ed estendere l’impiego dell’acciaio riciclato, sugli sviluppi tecnologici di un ciclo integrale” decarbonizzato” e sul futuro dell’ex Ilva di Taranto. In particolare, alcuni degli spunti emersi durante il dibattito hanno riguardato:
- la necessità di tutelare il comparto nazionale della produzione di acciaio da riciclo, investendo maggiormente nei processi di raccolta, selezione e pulizia del rottame in ingresso per migliorarne la qualità (che è un elemento essenziale per la produzione di acciaio da riciclo) e su una filiera europea di commercio del rottame (attualmente l’Europa, pur essendo un importatore netto di acciaio, esporta ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di rottame sottraendolo di fatto all’industria del riciclo europea);
- l’urgenza di continuare ad investire nell’innovazione e nella ricerca per colmare i gap tecnologici che limitano la diffusione dell’acciaio riciclato in alcuni specifici prodotti; dal lato della domanda, questo significa anche diffondere informazioni aggiornate sulle possibilità di utilizzo dell’acciaio riciclato e creare sinergie fra imprese produttrici e imprese consumatrici, a partire dai settori che più ne consumano di più e che non possono farne a meno (è stato ad esempio citato quello dell’automotive);
- la possibilità di avere comunque bisogno, anche se in maniera marginale, di una quota di produzione di acciaio a ciclo integrale, se non altro perché tanti impieghi dell’acciaio sono durevoli (nelle costruzioni ad esempio) e questo impedisce al sistema di potersi reggere interamente sulla filiera da riciclo chiudendo completamente il ciclo. Ciò richiede, dunque, anche una strategia nazionale di riconversione dell’impianto dell’ex Ilva, sia ambientalmente che economicamente sostenibile. Ma, anche, di testare nuove soluzioni tecnologiche, come quelle legate all’idrogeno, alla pirolisi del metano, alla cattura e utilizzo o stoccaggio della CO2 o all’utilizzo di biocarbone, soluzioni di cui si sono illustrati e dibattuti pro e contro.
Gli incontri dello Stakeholder Forum sul Clima si svolgono su inviti e coinvolgono i rappresentanti della società civile, insieme ai Promotori di Italy for Climate e ai partner tecnici dell’iniziativa. Gli incontri affrontano di volta in volta questioni sia di carattere generale che di carattere più specifico o settoriale, prendendo spunto dalle proposte di obiettivi climatici e di interventi presenti nella Roadmap per la neutralità climatica di Italy for Climate.
Hanno già aderito al Forum oltre 30 fra le principali realtà associative del panorama nazionale: Legambiente, WWF, Greenpeace, Transport & Environment, Kyoto Club, Coordinamento Free, CGIL, CISL, UIL, Confindustria, Assocarta, CNA, Confartigianato, Confcooperative, Altroconsumo, Adiconsum, ANCE, FIRE, Elettricità Futura, Anev, Fiper, Assoidroelettrica, Assoesco, Green Building Council, ANFIA, UNEM, Assobioplastiche, Coldiretti, Confagricoltura, CIA-Agricoltori Italiani, Global Compact Network Italia, Forum per la Finanza Sostenibile.