19 Giugno 2025

Falsi miti della transizione: incontro con le PMI del settore Auto

Di cosa hanno bisogno le PMI italiane per accelerare la decarbonizzazione del settore automotive? Perché il principio di neutralità tecnologica rischia di essere un freno alla transizione dell’automobile? 

A queste e molte altre domande abbiamo cercato di rispondere nell’ambito del workshop “I falsi miti della transizione: il settore automotive, che abbiamo organizzato con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa) e dedicato ai rappresentanti delle piccole e medie imprese del settore dell’automotive, e in particolare a quelle dei settori della componentistica e della meccatronica. La decarbonizzazione del settore dell’automotive è una sfida particolarmente impegnativa e importante per l’Italia, vista la forte presenza di aziende piccole e medie nel tessuto imprenditoriale del settore.  

L’incontro si è svolto martedì 17 giugno 2025 presso la sede di Roma di CNA nazionale, nell’ambito di una collaborazione che come Italy for Climate stiamo portando avanti insieme a CNA per sfatare i falsi miti sulla transizione energetica, realizzando contenuti formativi e momenti di dialogo dedicati agli artigiani e agli imprenditori delle piccole e medie imprese aderenti alla confederazione.

L’intervento di Andrea Barbabella (Responsabile scientifico di Italy for Climate) ha illustrato il quadro analitico aggiornato sulla transizione nei trasporti, uno dei settori veramente hard-to-abate per l’Italia, e in particolare sul ruolo dell’auto privata, evidenziando i ritardi accumulati nel percorso di decarbonizzazione e indicando degli scenari settoriali coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050. Ha poi evidenziato come la prima leva di decarbonizzazione passi per l’implementazione di politiche di avoid e shift che portino a un ridimensionamento significativo del parco circolante. Sul tema dell’elettrificazione, sono stati illustrati i ritardi dell’Italia, i benefici ambientali della conversione del parco auto all’elettrico e le criticità connesse ai biocarburanti, legate alle disponibilità effettive e agli impatti sull’ambiente, ribadendo il rischio connesso al perseguimento del principio della neutralità tecnologica che non aiuterà le imprese a definire adeguate strategie industriali rischiando di aggravare, e non limitare, la crisi del settore.

Stato dell’arte e prospettive del settore automotive nel contesto delle strategie di decarbonizzazione – Andrea Barbabella | Link alla presentazione

Sono intervenuti nel corso dell’incontro anche Fabrizia Vigo (Direttore Relazioni istituzionali e affari legali di ANFIA), Elisa Vitella (CNA Bruxelles), Valentina Di Berardino e Antonella Grasso (CNA Nazionale). Il dibattito ha inoltre coinvolto diversi imprenditori delle motor e vehicle valleys italiane fra le rappresentanze territoriali di CNA.

Dall’incontro sono emersi numerosi spunti di dibattito, ne riportiamo di seguito alcuni.

  • Traspare da parte della gran parte degli operatori una forte preoccupazione per il presente e il futuro dell’automotive.
  • Viene sottolineato da parte di molti partecipanti al tavolo il ruolo negativo che politica e istituzioni hanno spesso giocato in questa partita, mostrando livelli di attenzione al tema e di conoscenza del settore piuttosto inadeguati alla sfida che ci si doveva fronteggiare.
  • Da alcuni partecipanti emergono ancora critiche agli obiettivi ambientali attribuiti al settore, considerati dannosi per la competitività del comparto; tuttavia questa ma sembra essere una posizione meno diffusa di quello che un osservatore esterno potrebbe pensare, come dimostra il fatto che al quesito, introdotto nel dibattito, su cosa bisognerebbe fare per rilanciare il comparto, la strategia più votata è stata proprio quella di accelerare sulla via della transizione per recuperare quanto prima il gap proprio in materia di elettrificazione (e con la Cina).
  • Le associazioni continuano a ribadire l’importanza del ruolo della neutralità tecnologica negli indirizzi di policy e negli atti normativi stessi, tuttavia al centro del dibattito sulle soluzioni in pratica ci si sofferma per lo più sugli strumenti e gli incentivi per recuperare il gap tecnologico sull’auto elettrica, a cominciare da quello sulle batterie (anche se in diversi si dimostrano scettici che questo possa essere effettivamente colmato).
  • Emerge nel dibattito anche la necessità di correggere un approccio considerato sbagliato e portato avanti negli ultimi anni che non ha tenuto in debito conto l’importanza delle altre leve di decarbonizzazione diverse dall’innovazione tecnologica, a cominciare dalla riduzione del numero e della lunghezza degli spostamenti, e dallo shift modale dall’auto a modalità a minore impatto.
  • Fra le esigenze specifiche delle PMI coinvolte nel settore automotive, sono emerse in particolar modo: la necessità di sostenere la riqualificazione del personale nella rete delle PMI italiane della componentistica (come leva strategica per aumentare la produzione nazionale di autoveicoli in linea con i trend futuri) e la necessità di creare trasparenza e collaborazione nella filiera rimuovendo gli ostacoli all’accesso alle info tecniche delle case costruttrici. 

Il punto di vista delle PMI italiane ha sottolineato nuovamente quanto il tema sia delicato: il settore automotive abbraccia un gran numero di professionisti e un notevole giro d’affari lungo tutta la filiera, tuttavia è anche l’unico settore a non aver ridotto le emissioni dal 1990 ad oggi. E’ secondo solo all’industria in termini di emissioni, e se non invertirà la rotta nel giro di pochi anni diventerà il settore più emissivo.

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