8 Ottobre 2024
Precipitazioni estreme e alluvioni: nella nuova “anormalità climatica permanente” sempre più frequenti e aggressive
Secondo i dati dello European Severe Weather Database che abbiamo pubblicato nell’ultima edizione de “I 10 key trend sul clima in Italia”, nel nostro Paese nel 2023 sono state registrate 2.360 precipitazioni (tra piogge intense e grandinate) classificate dall’iniziativa europea come eventi meteoclimatici estremi. Si tratta del valore più elevato registrato dal 2018, anno dal quale questi eventi vengono monitorati nell’ambito dell’iniziativa europea con una metodologia pienamente consolidata, e il trend è in progressivo aumento: in appena un quinquennio, il numero di queste manifestazioni meteorologiche considerate eccezionali è più che quadruplicato. In un Paese in cui un italiano su 5 vive in un’area a rischio alluvionale, questa decisamente non è una buona notizia!
Sappiamo che questi eventi meteoclimatici estremi, così come quelli specularmente opposti caratterizzati dalla mancanza di acqua, sono strettamente correlati con le temperature. Sappiamo anche che l’Italia si trova al centro di un hotspot climatico, il Mar Mediterraneo, e che negli ultimi decenni la temperatura da noi è aumentata a un ritmo circa doppio rispetto alla temperatura media mondiale. Questo vuol dire che già oggi viviamo in un Paese che, rispetto al periodo precedente la rivoluzione industriale (media 1850-1900), è più caldo di 2,5-3 °C circa. Questo aumento di temperatura si traduce in una grande quantità di energia in più intrappolata nell’atmosfera, energia che è in grado di innescare eventi meteoclimatici sempre più intensi. Tra questi anche forti precipitazioni che, complice spesso anche una cattiva gestione del territorio, si traducono in eventi alluvionali che producono danni, non solo economici, sempre più intensi come purtroppo abbiamo visto negli ultimissimi anni in Emilia-Romagna, Toscana e non solo (qui l’ultima analisi dell’Ispra che analizza le caratteristiche di questi ultimi eventi).
Come sanno bene i climatologi e come lo stesso Ipcc documenta da anni con i suoi rapporti, con l’aumentare delle temperature non solo questi fenomeni diventano più intensi e, quindi, pericolosi, ma diventano anche più frequenti. Ondate di calore, siccità, alluvioni che fino a non molto tempo fa venivano considerati eventi a carattere eccezionale perché si verificavano una volta ogni 10, 20 o anche 50 anni, con il riscaldamento globale in corso stanno purtroppo progressivamente perdendo il carattere di eccezionalità. Così, a livello globale si stima che l’aumento della temperatura registrato già oggi abbia reso una alluvione considerata eccezionale fino a qualche decennio (perché si verificava in media una volta ogni dieci anni) il 30% di più frequente. Con 1,5 °C in più, quanto abbiamo sperimentato a livello globale per oltre 12 mesi di fila, quella alluvione considerata eccezionale diventerà del 50% più frequente e, se dovessi raggiungere la soglia dei +2 °C la sua frequenza aumentare addirittura del 70%. Ed è proprio per questo che – purtroppo – parliamo sempre più spesso di anormalità climatica permanente.